
Artista dal multiforme
ingegno ed impegno: giornalista, sceneggiatrice, organizzatrice di eventi e, non
per ultimo scrittrice dialettale. Come mai proprio questa commedia “Li
Scommunicati”? Per caso, l'idea nasce da un interesse antico, o è una passione
recente?
Mi considero semplicemente me stessa, i veri artisti sono altri, io sono una persona normalissima, però ti ringrazio per aver elencato tutte le mie passioni; perché questo mestiere, lo considero prima di tutto una passione.
L'idea di scrivere un testo teatrale, nasce diversi anni fa, un po' per gioco e
un po' per scommessa; una scommessa con me stessa, un mettere alla prova le mie
capacità. Questo testo, come accade sovente per la maggior parte di coloro che
si occupano in qualche modo di arte, è rimasto nel dimenticatoio per tanto
tempo; poi, un giorno, per caso, una compagnia
teatrale, mi contatta, chiedendomi se potevo scrivere qualcosa di interessante
per loro. Così, ritrovo il testo, lo faccio leggere al regista Patrizio Di
Giangiacomo; il quale, interessato alla sceneggiatura della mia commedia,
accetta immediatamente. Li Scommunicati è un viaggio a ritroso nel tempo; è una
commedia ambientata nei mitici anni '80. I personaggi, con tutte le loro
problematiche di vita quotidiana, ruotano intorno alla figura del sacerdote: Don
Nino, interpretato magistralmente da Belisario Sciubba. Don Nino avrà l'arduo
compito di riuscire a riportare un po' di ordine in questa parrocchia di un
paese dell'Italia centrale. La commedia è brillante, con picchi di comicità, che
inchiodano piacevolmente lo spettatore alla poltrona.
L'idea è nata così, un po' per gioco e un po' per destino, perché in fondo sono
anche un po' fatalista...
Cosa spinge una scrittrice, che ha dato validi esempi di saper bene e
magistralmente usare la lingua italiana, sia scritta, che orale, ad esprimersi
in dialetto?
In realtà Li Scommunicati, nasce
all'origine con un altro titolo: Gente senza morale. La commedia è stata scritta
in lingua italiana, per poi essere tradotta in vernacolo, grazie alla
collaborazione di una bravissima attrice; Elisabetta Sciubba, anche lei facente
parte della compagnia teatrale della Misericordia. Grazie ad Elisabetta, ho
potuto realizzare il mio desiderio; le devo molto, per essersi gentilmente
prestata a tradurre il testo.
E’ stato più arduo e / o complicato usare il vernacolo, rispetto alla lingua
italiana?
E' stato indifferente, perché non
l'ho tradotta io; anzi devo dire, che mi sono divertita moltissimo e non avrei
mai immaginato di dover portare in scena una commedia in vernacolo antrodocano.
Piuttosto penso, che dovremmo rivalutare i dialetti; che sono patrimonio
culturale di questa nostra Italia.

Esistono frasi, esempi di grammatica dialettale inerenti a questa commedia?
Assolutamente sì e specialmente
durante le prove, che sono durate più di un anno, ho imparato a conoscere parole
e frasi, a me del tutto ignote. Alcune abbastanza facili da capire, altre un po'
meno, considerando che abbiamo usato persino termini di dialetto antico, ormai
quasi in disuso. In linea di massima, malgrado qualche parola che potrebbe
sembrare di difficile interpretazione, anche per chi non conosce il vernacolo
antrodocano, risulta comunque comprensibilissima.
Scrivere, o parlare in dialetto, consente di avere, in un certo senso, più
autonomia e libertà?
Ci sono alcuni dialetti, che si
prestano molto bene, specialmente a livello fonetico per la recitazione, come ad
es. il dialetto napoletano, che ha dato origine a tante commedie famose, fra cui
quelle di Edoardo De Filippo.
Quest’ultima fatica ha contribuito a rafforzare lo stretto rapporto affettivo
anche con Rieti e dintorni?
Il mio rapporto affettivo con Rieti
e provincia, risale ormai ad alcuni anni fa. La scelta di vivere la natura nel
senso più incontaminato del termine, nasce dalla necessità di trovare la giusta
ispirazione artistica. Nelle grandi città, nelle metropoli, non si respira più
quel senso di magia, non ti arrivano più quei sapori ed odori di un tempo. Il
fumo che esce dai camini delle case, il sapore delle vere caldarroste (marroni),
ancora calde, fra le mani. Come dicevo prima, è qualcosa di magico, che devi
poter vivere, non si può spiegare...
Com'è vivere nella sua totalità, il rapporto con la provincia, anche da un punto
di vista professionale?
Lo accennavo prima, questi luoghi,
soprattutto per chi cerca la giusta ispirazione a livello artistico, sono
speciali, ti permettono di spaziare con la mente e di giungere a realizzare
qualsiasi opera.

Com' è nata l’idea di scrivere questa commedia?
L'idea nasce dalla volontà di
confrontarsi, di aprirsi a nuove prospettive e di allargare gli orizzonti a
livello culturale.
A chi è dedicata?
Potrà sembrare una scelta
egoistica, ma l'ho dedicata a me stessa, alle mie capacità e alla possibilità di
riuscire anche in un settore prettamente teatrale.
Cosa significa Li Scommunicati?
Li Scommunicati sono le persone
senza morale; infatti il titolo esatto della commedia è: Li Scommunicati, con
sottotitolo: Gente senza morale. Colgo l'occasione per ricordare a tutti i
lettori, che sono previste nuove date per questa rappresentazione e, di volta,
in volta, vi terrò aggiornati, anche tramite internet.
Rigraziandoti per avermi gentilmente concesso questa interessante intervista, ti
faccio un "in bocca la lupo” per la tua carriera.
Ringrazio tanto te, per questa
bella opportunità. A presto.
http://www.ilsettimosenso.com/VIDEOSHOW/LiScomunicati/Trailer-LiScomunicati[v2].mp4