
L’Apiterapia
E’ il termine che indica l’insieme dei trattamenti medici con i prodotti secreti
e trasformati dalle api; polline, miele, pappa reale, veleno, propoli.
E su quest’ultima ci soffermeremo tracciandone un po’ la storia e gli utilizzi,
alleggerendo il tutto con qualche piccola curiosità.
La propoli, che etimologicamente significa “davanti la città”, “a difesa, o a
favore della città”, è una sostanza prodotta dalle api, come abbiamo già
accennato. Esse, infatti, raccolgono la sostanza resinosa, che trasuda da alcune
piante, come: pioppi, abeti, olmi, betulle, ecc. e la mescolano con la saliva e
cera, utilizzando la sostanza così ottenuta all’interno dell’alveare. Essa serve
infatti, come materiale da costruzione per cementare, sigillare fessure e
rinforzare i favi più deboli.
Ma è utilizzata anche come antisettico per sterilizzare l’entrata delle
cellette, dove l’ape regina depositerà le uova. Un utilizzo molto interessante è
rappresentato dalla copertura di propoli di quegli animali, che s’intrufolano
nell’alveare, come: insetti, lucertole. ecc.. Le api uccidono gli “ospiti
estranei”, ma a volte, a causa del peso, o delle dimensioni, sono
impossibilitate a trasportarli all’esterno dell’arnia e così la propoli,
permette che i corpi morti non si decompongano, non imputridiscano e non
danneggino l’alveare.

Un po’ di storia
L’uso documentato della propoli è antichissimo, già i sacerdoti egizi la
utilizzavano per mummificare i faraoni, mentre i medici la usavano come cura
contro le infezioni della pelle come cicatrizzante di ferite e disinfettante
dell’apparato respiratorio. Ma l’uso della propoli, come quello del miele
(chiamato nettare degli dei) nell’antichità, era pressoché universale, visto che
anche gli Incas, la civiltà indiana e quella cinese ne conoscevano l’uso. Anche
gli antichi greci, i romani e gli arabi ne facevano grande uso.
Dagli anni ’70 del secolo scorso, in Italia e in tutto l’occidente, si assiste
all’incentivazione dell’utilizzo della propoli come rimedio a svariatissimi
mali.
La composizione della nostra sostanza, però non è universale e cambia di sapore,
colore, proprietà, ecc., secondo i luoghi dove viene raccolta e prodotta.
In generale si può affermare che la propoli contiene circa 300 molecole attive,
cosi suddivise:
30% di cera
50% di resine e sostanze balsamiche.
10% di oli essenziali.
5% di polline.
5% di materie organiche e minerali.
La componente più interessante è data dai flavonoidi che hanno proprietà
antiossidanti e antinfiammatorie, favoriscono l’assunzione della vitamina C e
del calcio.

Le proprietà della
propoli
Elencarle tutte sarebbe lungo e noioso ecco un piccolo elenco:
Antiossidante,
antinfiammatorio del cavo orale e dell’apparato respiratorio,
cicatrizzante,
anestetico locale,
disintossicante e protettivo per il fegato,
stimolante della circolazione sanguigna,
fungicida (contro la candida),
antivirale (contro l’herpes),
battericida (contro l’helicobacter Pilori),
stimolante della circolazione sanguigna..

Utilizzo della propoli
Essa può essere utile per gli uomini, per le piante e per gli animali.
Infatti, in veterinaria serve per curare la mastite della mucca, per aiutare la
produzione delle uova delle galline, per le infezioni e gli eczemi degli animali
da compagnia.
In agricoltura è possibile avere buoni risultati contro i microrganismi patogeni
e i funghi; come cicatrizzante di mele e arance dopo la grandine.
Per l’uomo ha un raggio di azione vastissimo, che va dalle infezioni della
bocca, gola, bronchi a quelle urinarie e vaginali e a quelle articolari, può
essere utile all’ulcera di stomaco, all’intestino, nelle bruciature, come pure
all’acne e ai foruncoli, oltre che ai tumori.
La propoli è venduta sia in farmacia, che in erboristeria, sotto forma liquida,
come tintura, in spray, o aerosol, come pomata, o unguento per uso esterno,
sotto forma di dentifricio, shampoo, saponi, in pastiglie, o caramelle
masticabili, in capsule e in sciroppo.
Si consiglia sempre di consultare il medico, per uso e dose.

Qualche curiosità
Nella mitologia romana troviamo la propoli protagonista. Si narra che Giove,
nutrito col miele, trasformasse Melissa in ape, affinché producesse una sostanza
miracolosa per la guarigione.
Nel XX secolo l’uso della propoli fu importantissimo nella guerra angloboera
(1889- 1902) e nella rivoluzione russa del 1917, perché unita alla vasellina, fu
spalmata sulle ferite per rigenerare i tessuti e disinfettare le stesse.
E’ strano a dirsi, ma si sa per certo che i grandi liutai italiani, costruttori
di preziosissimi strumenti musicali, usassero spalmare con la propoli a mo’ di
vernice i violini, per conferire allo strumento un suono melodioso e argentino.
E che dire degli antichi sellai che lucidavano il cuoio con la propoli? E non
dimentichiamo che gli antichi doratori e restauratori usavano la stessa, come
mordente per attaccare le sottilissime lamine alle cornici.