
Sono tornata ad amare il
Natale. Per tanti anni non è stato così, mi metteva tristezza e pensavo fosse
principalmente una festa per i bambini.
Poi, un paio d’anni fa, la sera della vigilia mi sono guardata allo specchio ed
ho pensato che lo ero anch’io, una bambina, malgrado la mia età non più
giovanissima...
Credo ancora alla magìa del Natale, ai suoi profumi agrumati, alla frutta secca,
alle mandorle e nocciole, all'odore della legna bruciata nel camino. A quell’aria
pungente di neve, ai rumori ovattati dell’esterno, quando si sta caldi dentro
casa, magari accanto al fuoco scoppiettante. Uscire di casa, anche se non ne hai
voglia, per comprare i regali; quelli che pensi possano piacere a chi li riceve,
anche se non è sempre così. Ho fatto una piccola lista, per esser certa di non
dimenticare nessuno e con la musica che fa da sottofondo ai classici motivetti
natalizi, mi anticipo nel tempo per confezionarli. In tutto questo, la mia mente
cerca anche di elaborare il menù di Natale e mentre mi inebrio con il profumo
della torta all'arancia, mi riaffiora un dolce ricordo legato alle feste
natalizie, ai miei cari nonni, alle visite inaspettate, che giungevano portando
con sé qualche tradizionale pietanza.

Mia nonna accoglieva tutti
in casa, con generosa ospitalità, perché il Natale era anche aprire le porte del
cuore e di casa, a chi era solo. I nonni dicevano sempre:" Dove si mangia in
due, si mangia anche in tre, in quattro...". Così il loro insegnamento non è
andato perduto e chiunque si trovi a passare dalle nostre parti, per pranzo, o
cena, un pasto pronto, o un boccone al volo, lo trova sempre.
E così anche il nostro pranzo di Natale è sempre abbastanza allargato; il bello
è poter vedere tutta la famiglia, amici e conoscenti riuniti insieme, in una
festa così sentita, quattro zampe compresi!
In sintesi, credi, o non credi, il Natale va comunque e sempre festeggiato!