
Dal fermento delle nuove
idee, che miravano ad eliminare la sonorità e la sovrabbondanza a cui si era
improntata la letteratura italiana per l’influenza di Carducci e di D’Annunzio,
nacquero le correnti che vanno sotto il nome di Frammentismo, Crepuscolarismo e
Futurismo.
Il Frammentismo prese lo spunto da Benedetto Croce, il quale nell’”Estetica”,
pubblicata nel 1903, insegna che la poesia non si realizza nella totalità
dell’opera d’arte, ma solo in quelle parti in cui la materia, liberatasi da ogni
elemento pratico o intellettualistico, si trasfigura interamente in poesia.
I frammentisti vogliono reagire alla povertà di stile di molti scrittori, perciò
spogliano la loro pagina e la nobilitano con una rigorosa e raffinata ricetta
stilistica.
Al centro di questa poetica è il concetto di poesia come brevità, immediatezza
autobiografica, folgorazione lirica dei sensi, fuori di ogni disegno e
struttura: cioè l’idea che la poesia non possa essere che a frammenti e, come
tale, inconciliabile con la narrativa, la drammaturgia, e, in genere, con ogni
forma di letteratura ‘costruita’ e ‘oggettiva’.

Federigo Tozzi (1883-1920)
è uno dei più significativi autori del Novecento, narratore di grande
originalità e importante esponente del Frammentismo a cui non vanno dimenticati
Giuseppe Ungaretti e Giovanni Pascoli.
Il Crepuscolarismo, così definito dal critico G.A. Borgese, ebbe vita tra il
1905 e il 1910. Erede diretto dell’intimismo sentimentale del Pascoli,
dell’estetismo raffinato di D’Annunzio, mira ad una poesia delle piccole cose,
scrutatrice dei cantucci più in ombra dell’animo, fatta di confessioni, di
compianto e talvolta di velata ironia. Il mondo poetico crepuscolare si compone
di situazioni ricorrenti, per lo più del piccolo mondo della provincia. I poeti
non credono più ai valori tradizionali, filosofici, politici o scientifici
imperanti. Si sentono soli e incompresi e si chiudono nel proprio disagio. La
lingua è sempre dimessa e prosastica. Solo in Gozzano dominano un'ironia e un’autoironia
lancinante.

I poeti più
rappresentativi di questa corrente sono : Guido Gozzano, Fausto Maria Martini,
Sergio Corazzini, Aldo Palazzeschi, Corrado Covoni e Marino Moretti.