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PROFILO DI CITTA’
ROMA
ROMA – Parte decima
Dal rione Celio, costeggiando il Colosseo e percorrendo viale Aventino, giungiamo nel rione Ripa nei pressi delle Terme di Caracalla ( già in precedenza descritte), |
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dove sulla sinistra troviamo la chiesa di Santa Balbina risalente al IV secolo eretta in onore della figlia del martire Quirino, anch’essa martire, sui resti della casa del console Lucio Fabio Cilone e poi ristrutturata col passare dei secoli, |
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contiene uno dei più begli esempi di tombe cosmatesche di Roma, quella del cardinale Surdi. |
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Risalendo l’altura che costituisce il Piccolo Aventino s’incontra la chiesa di S. Saba con un bel portale, |
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legata alla figura di santa Silvia, madre di san Gregorio Magno che nel V sec. fondò il primitivo oratorio da cui sorse il tempio attuale, sorto nel VII secolo e ampiamente rimaneggiato nel Duecento e nel Quattrocento; |
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è uno dei pochi esempi romani di chiesa a quattro navate con all’interno, assai semplice e scarno, i resti di una splendida schola cantorum, una sedia episcopale e alcuni bellissimi affreschi. |
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Da segnalare infine la chiesa dei Santi Nereo e Achilleo , |
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dove una leggenda racconta che S. Pietro, fuggito dal carcere Mamertino, perse la fascia che gli avvolgeva un piede che è conservata nella chiesa stessa che contiene, inoltre, un bellissimo coro del XII secolo e numerosi affreschi. |
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Da viale Aventino girando invece a destra vediamo il Circo Massimo, il più famoso circo di Roma, dove si svolgevano le corse dei carri tra una folla immensa; |
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nato inizialmente come struttura in legno, cui in seguito si sostituirono via facendo sempre maggiori parti in muratura, ad iniziare dai “carceres”, le barriere da cui partivano i cavalli, esso era costituito da una lunga pista circondata da una “cavea” a più ordini di posti, interrotta, sul lato adiacente il Palatino, dal “pulvinar”, un edificio dotato di tribuna su cui trovavano posto le statue delle divinità che presiedevano gli spettacoli e da cui l’imperatore assisteva alle gare. |
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Il circo ebbe una lunga vita, dato che fu costruito probabilmente al tempo di Tarquinio Prisco e ampliato da Augusto, fino alla sua disgregazione nel 549, dopodiché il Circo Massimo perse per sempre quel ruolo che per secoli ne aveva fatto un polo di attrazione della vita pubblica. |
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Caduto nel dimenticatoio, oggi grazie al Comune di Roma, nelle sere estive, vi si allestiscono spettacoli musicali e proiezioni cinematografiche. |
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Andando più avanti nel nostro itinerario incontriamo le chiese di San Giorgio in Velabro ( VI sec.), dove secondo la leggenda furono ritrovati Romolo e Remo, inizialmente dedicata ai Santi Giorgio e Sebastiano, protettori della cavalleria e delle armi e in cui nel XII sec., sotto il pontificato di San Callisto, furono aggiunti il portico e il campanile; |
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quella di San Giovanni Decollato, costruita nei primi anni del Cinquecento in onore di San Giovanni patrono dei fiorentini |
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e soprattutto la chiesa di Santa Maria in Cosmedin con lo slanciato Campanile romanico a sette ordini di finestre e il portico, |
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sotto il quale è conservata la celebre “Bocca della Verità”, a forma di maschera, dove sempre secondo un’antica tradizione medievale, “morderebbe” chiunque, introdotta una mano nelle sue fauci, pronunziasse una bugia; |
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l’interno molto suggestivo, contiene uno dei più bei pavimenti cosmateschi presenti a Roma |
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con un raffinato ciborio gotico, |
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mentre la sacrestia neoclassica custodisce un prezioso mosaico su fondo oro raffigurante l’Epifania. Il posto è frequentatissimo e davanti alla chiesa c’è sempre una lunga fila di persone. |
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Di fronte alla chiesa si trovano il Tempio di Vesta eretto nel II sec. a.C. intitolato ad Ercole Olivario, protettore dei mercanti di olio del Porto Tiberino e ricostruito nel I sec. d.C., |
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finché nel medioevo divenne una chiesa cristiana col nome di Santa Maria del Sole e la Fontana dei Tritoni, opera settecentesca d’impronta berniniana. |
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Giunti nelle vicinanze del fiume Tevere, davanti a noi appare l’Isola Tiberina |
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collegata da una parte da Ponte Fabricio eretto nel 62 a.C. |
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e dall’altra da Ponte Cestio, innalzato da Lucio Cestio nel 46 a.C. e completamente ricostruito sotto l’imperatore Graziano. |
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Di fronte ai due ponti si nota anche il Ponte Rotto, inizialmente costituito da una passerella di legno poggiante su piloni in pietra, fu distrutto nel 1230 da un’inondazione e ricostruito sotto Gregorio IX col nome di Ponte Santa Maria; lesionato e riparato più volte, intorno al 1600 venne di nuovo gravemente danneggiato e mai più sistemato. |
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Nel prossimo appuntamento attraversato il fiume Tevere, incontreremo sicuramente uno dei rioni più conosciuti di Roma, Trastevere. |
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