
Ancora oggi bellissima e
molto raffinata, figlia di due altrettanto bellissimi del cinema hollywoodiano,
come Tyrone Power e Linda Christian...
Ha iniziato a recitare giovanissima, che
cosa ricorda delle sue prime esperienze cinematografiche?
E’ come un sogno in bianco e nero.
Lavorare con Ugo Tognazzi, che sbagliava apposta per farmi ridere, il regista
Franco Indovina; una persona squisita... e poi ancora Dominique Delouche, Salce,
pensavo fosse solo l’inizio di una lunga carriera cinematografica…

Da cosa nacque la scelta
di trasferirsi in Italia dall’America e cosa ricorda di quel periodo?
La scelta fu di mia madre, quando si
sposò con Edmund Purdom, all’inizio degli anni sessanta. Allora parlavo solo
inglese e spagnolo, entrai in quinta elementare senza sapere una parola di
Italiano. Dovetti anche sostenere l’esame a fine anno e lo passai.

Come ha scoperto il suo
talento e la passione per la musica?
Teenager, quando comperai una chitarra
e dei libri di musica per imparare da sola a suonare Bob Dylan. Scoprii che le
canzoni erano realizzate con solo tre accordi. Con tre accordi si possono
scrivere molte canzoni!..

Cosa ci può raccontare del
‘68, gli anni della contestazione nella sua esperienza di vita?
Io non l’ho vissuta la contestazione.
Avevo 16/17 anni e lavoravo non-stop. Finivo un film e ne iniziavo un altro.
Pensavo a mia madre e a mia sorella che era in collegio in Svizzera. Ero la
capo-famiglia, piccola con la responsabilità di una grande, ma non abbastanza
per interessarmi, o capirne di politica.

Un lungo matrimonio con Al Bano Carrisi,
intessuto di tanti successi canori, come: “Felicità” e “Ci sarà”. Quanti ricordi
e quanti rimpianti?
Non ho fatto i conti...

C’è un brano musicale al
quale è particolarmente affezionata?
Ce ne sono tanti, magari un anno mi
piace uno, l’anno dopo un altro. Sono molto affezionata all’album “Ascolta, ti
racconto di un amore” perché è una mia creatura.

Scrivendo il suo
libro,“Cercando mio padre”, ha contattato molte persone, qual è la testimonianza
che più l’ha emozionata?
Forse quella di mia zia, Anne, perché i
suoi ricordi sono legati agli anni della loro infanzia, ricordi che non
c’entrano niente con Hollywood.

Cosa ricorda di suo padre,
Tyrone Power, icona del cinema americano?
Purtroppo nulla, miei ricordi iniziano
dopo la sua morte. Devo averli cancellati inconsciamente, per non soffrire.
Avevo sette anni quando morì. Ero molto legata a lui...

Che cosa ha significato
per lei il passaggio dalla campagna, alla frenetica vita di città, come Roma?
A Roma avevo già vissuto per sette anni
negli anni ’60. Altri sette dal ’99 al 2007, è come se io avessi un legame
karmico con questa città.
I Romani ed in particolare i Trasteverini ( il mio quartiere) mi hanno accolta
come se fossi una di famiglia. Questo è ciò che amo dello spirito Italiano!
Questo calore mi aiuta molto.

Cosa può raccontarci della sua esperienza
teatrale?
Fantastica! Ho sempre voluto fare
teatro ed aspettavo il testo giusto. Con “I monologhi della vagina” sono stata
fortunata ad essere stata accolta da grandi attrici professioniste ed il testo
era veramente forte per una donna. Mi sentivo porta-voce di tante donne. Donne
meno fortunate di noi.

L’abbiamo vista nei panni di attrice,
cantante, conduttrice, scrittrice e anche pittrice… Può parlarci di quest’ultima
passione e di come nascono i suoi quadri?
Dipingo da sempre, da quando
tredicenne, trovavo colori e pennelli sparsi per casa. Nel 2000 ho iniziato a
realizzare delle mostre. Ho esposto a Roma, Venezia, Milano , Firenze. Un anno
ho trasformato tutte le sedi della Citi bank in Italia in gallerie per la mia
arte.

Cos’è il mondo dello
spettacolo per Romina?
E’ il mio mondo. Non avrei potuto farne
parte di un altro. Me lo sento nel midollo delle ossa e l’ho trasmesso anche ai
miei figli. Dev’essere una specie di morbo, una subdola “malattia” che entra a
far parte del proprio dna e viene da molto lontano, poiche’ il padre di mio
nonno era attore di teatro e scrittore in Irlanda.

Come nasce la scelta di diventare
buddhista? Qual è la sua filosofia di vita?
Nasce dall’ esigenza di risposte, nasce
dall’aver ascoltato le risposte più sensate e soddisfacenti nell’ambito
buddista. Il fatto di desiderare che tutti gli esseri siano felici è un pensiero
facile per me da condividere. Il fatto che non esistano colpe, ma risultati
karmici, per me ha un senso. Dopotutto i pensieri fondamentali sui quali si
fonda il Buddismo erano validi 5000 anni fa e lo sono tuttora.

Cosa l’ha spinta a realizzare un viaggio
in India?
La curiosità, la fame di sapere,
l’amore per il viaggio, la gente semplice, le tradizioni in via di scomparsa.
L’India mi aveva incuriosita sin dagli anni’60. Avendo letto tutti i libri di
Hermann Hesse e molti saggi di filosofia Indiana, non vedevo l’ora di vedere il
Paese e conoscerlo in prima persona.

Progetti futuri?
Molti! Per ora scrivo questo articolo…

Signora Power , prima di
salutarla, vorrei ringraziarla a nome mio e di tutta la redazione, per la
gentilezza, la disponibilità e la signorilità con cui mi ha dato modo di
procedere a questa intervista.
Grazie a voi che mi date la possibilità
di comunicare il mio pensiero e vorrei aggiungere che in Italia sta partendo ora
una campagna pubblicitaria a favore della difesa degli animali. Per gli
Animalisti Italiani ho realizzato degli spot per denunciare l’uccisione barbara
di centinaia di animali da pelliccia scuoiati vivi ogni anno per essere usati
nella moda. Anche cani e gatti vengono adoperati per i risvolti delle giacche a
vento.
Trovo tutto ciò inutile e crudele, poiché le signore si possono scaldare in
altre maniere, mentre l’animale senza la sua pelliccia non vive!!
