
Il 25 marzo 2010 è mancato
a Roma nella sua storica dimora all’Aventino il professore Antonio Negro, padre
dell’omeopatia italiana . Nato ad Alassio, nel 1908 il luminare aveva 102 anni,
tanti. Tanti, ma tutti spesi bene, perché vissuti all’insegna di una onestà
intellettuale cristallina e profondamente cristiana e soprattutto impiegati per
il bene di coloro che come me hanno avuto il privilegio di essere curati da lui.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo, ricordo vivido e indelebile: era già in età
avanzata, i suoi capelli curatissimi erano bianchi e ondulati,i suoi occhi
socchiusi riuscivano a vedere tutto di te il dentro e il fuori sia del corpo,
che dell’anima, il suo fisico minuto emanava forza e soprattutto metteva
soggezione, ma non ti faceva sentire a disagio, perché in silenzio ti comunicava
che era lì per te, che s’interessava a te che in quel momento tu eri il più
importante.

Ti visitava con cura e
lentezza, ti osservava le pupille, ti toccava punti che solo lui sapeva... dopo
si dirigeva con un’andatura solenne alla sua scrivania, sopra la quale
troneggiava un ritratto di Hahnemann scopritore della medicina omeopatica e con
un guizzo decideva la cura: essenziale, giusta, miracolosa per te. Un uomo, un
medico che ha dato tanto ai suoi pazienti, ai suoi allievi, alla scienza e alla
medicina, soprattutto quella italiana, a quella branca della medicina
alternativa ancora, tanto vituperata. Ma per fortuna oggi tanto usata, circa
undicimilioni di italiani, infatti, fanno uso dei famosi globulini bianchi, da
non toccare con le mani e da far sciogliere in bocca lentamente per permettere
all’organismo di poter accogliere e far fruttare il principio omeopatico che
essi contengono, racchiuso nella formula latina similia similibus curent.
L’omeopatia è cosi sinteticamente definita dal prof negro “rimedio unico,
simile, che sintetizza l’unitario processo fisico patologico del malato con il
duplice scopo di risanare nella totalità, ricostruire i valori più adatti alla
prevenzione del malato”.

Quando nel 1946 il giovane
medico iniziò a dare le prime lezioni di omeopatia, trasformando la sua
abitazione in aula, la medicina omeopatica, sebbene in uso all’estero, era
pressoché ignota in Italia . solo alcuni medici la conoscevano a livello
personale.
Il giovane medico Antonio Negro a quei tempi era assistente del discusso clinico
Nicola Pende alla facoltà di medicina della Sapienza a Roma, da questo
cattedratico aveva appreso i principi della “scuola costituzionalistica
italiana” per cui è necessario analizzare i sintomi della malattia ma anche
conoscere l’ereditarietà’, la morfologia, la funzione, l’intelletto e la psiche
del malato per giungere a una giusta diagnosi e infine alla cura.

L‘interesse suscitato dalle sue lezioni fu tale che ben presto, si rese
necessario dare una sede più consona a tali insegnamenti ed ecco che 1947 fu
istituito il primo corso di medicina omeopatica a Roma cui fece seguito la
nascita a piazza Navona dell’ambulatorio di medicina omeopatica diretto dal
professor Negro dove erano accolti ascoltati e curati i pazienti e dove i medici
specializzandi in omeopatia potevano esercitare praticamente.
Nel 1950 il prof Negro fonda il centro Ippocratico e nel 1953 apri l’accademia
di medicina omeopatica, da allora è stato un crescendo, ha curato con lo stesso
impegno e coscienza uomini illustri, Pertini, Paolo IV e uomini comuni, offrendo
a tutti la sua scienza a volte anche gratuitamente .