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Il colle Palatino è alto 70 metri e guarda da un lato sul Foro Romano e dall'altro sul Circo Massimo; il sito è ora un grande museo all'aperto e può essere visitato durante il giorno. |
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Un tempo residenza di imperatori e aristocratici, è il luogo archeologico più ameno della città. |
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Le rovine comprendono la casa nella quale si dice abbia vissuto Augusto, la Domus Flavia destinata a palazzo di rappresentanza, |
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la Domus Augustana adibita a vera e propria residenza |
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con annesso uno stadio privato e le due ali, pubblica e privata, del lussuoso Palazzo di Domiziano; |
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il Tempio della Magna Mater; |
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la casa di Livia di cui si sono conservati molti degli affreschi che ornavano la parte privata dell’abitazione (era la moglie di Augusto); |
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il Tempio di Apollo, interamente in marmo, aveva tre statue; la casa di Romolo, dove sono stati trovati i resti di un villaggio dell’VIII° secolo a.C.; |
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il Circo Massimo, nato inizialmente come struttura in legno e poi divenuta in muratura, fu più volte modificato sotto i vari imperatori, sino a raggiungere dimensioni colossali e capace di ospitare oltre 300.000 spettatori. |
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Ristoranti e bar sono concentrati in piazza del Colosseo, dove si trovano anche piccoli negozi e bancarelle di souvenir. |
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Il Colle Oppio è parzialmente occupato da un bel parco che offre la possibilità di una sosta tranquilla e gradevole, dopo le fatiche di una lunga giornata a passeggio tra le rovine della città. |
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Proprio qui Nerone fece costruire una reggia ancor più grande e sontuosa della precedente e che per la sua ricchezza, venne appunto chiamata Domus Aurea (dimora aurea). |
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Il palazzo, che si estendeva su tutto il Colle Oppio e per la sottostante valle dove sorge il Colosseo, occupando una superficie pari a cento ettari (il doppio di quella della Città del Vaticano tanto per rendere l’idea), |
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era decorato con affreschi e opere d’arte pregiatissime, nonché da un complesso di bellissimi giardini con fontane, tempietti e addirittura un lago artificiale, |
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situato sul luogo nel quale sorse più tardi il Colosseo o Anfiteatro Flavio FOTO 13. La Domus Aurea comprendeva anche ricche sculture fra cui il celebre gruppo del Laocoonte, conservato oggi presso i Musei Vaticani. |
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Colle Oppio venne trasformato in Parco pubblico tra il 1928 e 1932 |
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utilizzando anche parte dei giardini di Palazzo Brancaccio, che venne adibito a sede del Museo nazionale d’Arte Orientale. |
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Sempre nell’area della Roma antica, vicinissimi al Palatino, incontriamo le Terme di Caracalla dove sorgono ancora i resti in mattoni rossi del più grande edificio termale del tempo, situate a ridosso delle pendici del cosiddetto “Piccolo Aventino”; |
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nella sua più ampia estensione, recinto compreso, l'edificio misurava 337 metri x 328, mentre il corpo centrale 220 metri x 114. La pianta rettangolare è tipica delle “grandi terme imperiali”. |
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La parte più pianeggiante inserita nel perimetro delle Mura Aureliane, era in pratica una valletta poco profonda delimitata a nord dal Celio, al centro della quale si trovava la “Piscina Publica”, un bacino artificiale usato come bagno pubblico; |
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qui a partire dal 212 d.C., grazie all’imperatore Caracalla, furono costruite appunto le Terme, alla cui alimentazione si provvide creando appositamente un ramo dell’Acqua Marcia, l’Aqua Antoniniana, che partiva dall’acquedotto principale scavalcando la via Appia, |
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rifornendo delle cisterne colossali capaci di contenere ben 80.000 litri d’acqua e che poteva ospitare più di 1500 persone. |
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Le terme non erano solo un edificio per il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche un luogo per il passeggio e lo studio. |
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Si entrava nel corpo centrale dell’edificio da quattro porte sulla facciata nord-orientale. |
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Sull’asse centrale si trovavano in sequenza il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e le natatio; ai lati di questo asse erano disposti simmetricamente attorno alle due palestre altri ambienti. |
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Le Terme di Caracalla sono uno dei rari casi in cui è possibile ricostruire, sia pure in parte, il programma decorativo originario. Le fonti scritte parlano di enormi colonne di marmo, pavimentazione in marmi colorati orientali, mosaici di pasta vitrea e marmi alle pareti, stucchi dipinti e centinaia di statue e gruppi colossali, sia nelle nicchie delle pareti degli ambienti, sia nelle sale più importanti e nei giardini. Restaurato più volte, l’impianto termale cessò di funzionare nel 537 d.C. |
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Oggi, nelle calde serate estive, tra le rovine, vengono messe in scena opere all’aperto, la cui splendida ambientazione contribuisce ad incrementare la spettacolarità degli allestimenti e la bravura degli interpreti; lo scenario è per così dire straordinario ed ogni anno turisti di tutto il mondo e amanti dell’arte, assistono agli spettacoli che si tengono nelle Terme. Come arrivarci: l’ indirizzo è Viale delle Terme di Caracalla 52 - Bus 118 – 160 – 628 – Metro Linea B fermata Circo Massimo. L’entrata è a pagamento, gratuita sotto i 18 e sopra i 65 anni. |
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Le mura imperiali, fatte costruire dall'imperatore Aureliano (da qui anche il nome Mura Aureliane) arrivarono a circondare completamente la città e andarono a sostituire quelle più vecchie, erano lunghe 19 km, avevano un’altezza media di quasi 8 metri e dotate di 14 porte principali e di 5 secondarie e rimasero in uso nel corso dei secoli fino alla famosa "breccia" di porta Pia del 1870, subendo poche modifiche (ad esempio a Trastevere), alcune aggiunte (come le Mura Gianicolensi e le Mura Vaticane) e limitati rifacimenti come il Bastione del Sangallo. |
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Dopo il 1870 hanno perso la loro funzione dopo ben sedici secoli dalla prima costruzione di cinta murarie. Nell'ultimo secolo, dopo essere state raggiunte e superate dall'espansione della città, sono diventate un punto di riferimento e vanno a delimitare quello che è comunemente definito come il "centro storico" che equivale alla Roma dell'età imperiale. |
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Le Mura di Roma conservate pressoché integralmente nel loro circuito con torri, baluardi e bastioni difensivi, nonché da un considerevole numero di porte fortificate, mantengono ancor oggi tutta la loro suggestione. |
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28 Per rimanere in zona e rendere quindi più agevole la visita della città, proseguiremo il nostro percorso toccando l’Aventino, oggi uno dei quartieri residenziali più belli della capitale con le sue tranquille strade alberate, sulle quali si affacciano ville e palazzine spesso circondate da ampi giardini e dove svetta il bianco palazzo della F.A.O., |
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oppure visitando le antichissime chiese come quella di Santa Prisca risalente probabilmente al periodo in cui S. Pietro e S. Paolo vivevano a Roma e che sorge sui resti di una casa romana del I° sec. d.C.; |
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la basilica di Santa Sabina, stupendo esempio paleocristiano del V° secolo, |
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che affascina chi vi entra per la particolarità della luce che proviene a fasci da ben 26 finestre; |
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accanto alla basilica si apre il piccolo parco Savello, un delizioso giardino conosciuto meglio come “il giardino degli aranci” ( dalle piante d’arancio che sono nel suo interno), dal quale si gode un magnifico panorama di una parte della città. |
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Proseguendo per via di S. Sabina e oltrepassando la chiesa di S. Alessio (sec. XVIII°), si giunge a piazza dei Cavalieri di Malta, una graziosa piazzetta settecentesca ornata di piccoli obelischi e trofei di armi; |
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è divenuta famosa perché dal buco della serratura del portone che introduce alla villa dei Cavalieri, sulla destra FOTO 35, si gode una vista inconsueta e veramente straordinaria della cupola della basilica di S. Pietro. |
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Il complesso nato nel 939 come monastero benedettino, alla fine del XII sec. passò in proprietà ai Templari, i monaci-guerrieri difensori della cristianità contro la minaccia musulmana; |
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nel 1522 qui si ebbe il Gran Priorato di Roma dei Cavalieri di Malta. |
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Il quartiere ospita anche il Roseto Comunale di Roma situato proprio sulle pendici dell'Aventino, in via di Valle Murcia, un nome che ricorda l'antica valle posta tra il Palatino e l'Aventino, occupata in seguito dal Circo Massimo; |
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comprende circa 1100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, persino dalla Cina e dalla Mongolia: fra le più curiose vi sono la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali color verde, la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida, una rosa maleodorante. |
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Il centro commerciale più vicino all’Aventino è il quartiere di Testaccio, dove si trovano ristoranti, bar, negozi e trattorie per tutte le tasche e dove si possono ancora assaggiare le vere ricette dell’antica cucina romana; piatti come i rigatoni co' la pajata, la coratella con i carciofi o con la cipolla, la trippa alla romana, la coda alla vaccinara, sono specialità che vanno assolutamente provate. |
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I negozi di Testaccio si adeguano al carattere popolare del rione, per cui è possibile trovare di tutto ed in special modo al mercato che ogni mattina offre veramente un autentico “pezzo” di vita romana. |
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Il rione Testaccio, compreso tra via Marmorata, le Mura Aureliane e il Tevere, ha la forma di un quadrilatero quasi regolare, pianeggiante, tranne che per la collinetta artificiale da cui trae il nome, il Monte Testaccio, la grande discarica del porto dell'antica Roma, l'Emporium, formatasi per l'accumulo dei vasi di coccio,” le testae “, per l'appunto. |
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Da allora, fino ai tempi recenti (1975) in cui è cessato l'uso del Mattatoio, la piana tra la collina e il fiume ha mantenuto, pur attraverso ridimensionamenti e trasformazioni, una significativa attività commerciale. |
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Bastano soltanto pochi minuti per raggiungere da Testaccio la Piramide Cestia dedicata a Caio Cestio Epulone, pretore e tribuno della plebe nell’antica Roma (I° sec. a.C.). |
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La Piramide di Caio Cestio fu costruita dal personaggio omonimo, come sua grandiosa sepoltura intorno al 20 a.C., seguendo la moda (egizia) dell'epoca. Misura circa 30 metri per lato, è alta poco più di 36 ed è costruita da un nucleo di calcestruzzo rivestito di blocchi di marmo bianco con camera sepolcrale in mattoni all'interno. |
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Nelle vicinanze meriterebbe una visita il Cimitero Protestante chiamato anche “cimitero degli Inglesi”, |
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dove in un bellissimo giardino, sono sepolti artisti e scrittori della fama di Shelley, Keats, Gramsci e il figlio di Goethe. |
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La chiesa attuale di S. Paolo fuori le Mura (pl. di S. Paolo), è una fedele ricostruzione della basilica del IV° sec. distrutta da un incendio la notte del 15 luglio 1823 e comprende, oltre vari mosaici, sotto l’altare la “confessio” la tomba di S. Paolo, il cui corpo si dice sia sepolto qui; |
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è la più vasta delle basiliche patriarcali di Roma dopo San Pietro e la sua pianta è di dimensioni identiche a quella della Basilica Ulpia nel Foro Traiano, della quale può dare un'idea quasi perfetta. |
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Attiguo alla basilica troviamo un bellissimo chiostro con intarsi di marmi policromi; attorno si sviluppano la Sala del Martirologio o Oratorio di S. Giuliano, il Battistero, la Sala Gregoriana, la Cappella delle reliquie e la Pinacoteca. |
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La Basilica di S. Paolo fuori le mura è situata sulla via Ostiense, a circa 2 Km dalla Porta S. Paolo, sul luogo dove la tradizione vuole che Timoteo, discepolo del Santo, abbia sepolto in un'area sepolcrale le spoglie del maestro decapitato in una località lì prossima denominata ad Aquas Salvias (l'odierna Abbazia delle Tre Fontane). |
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Porta S. Paolo, posta all’inizio della vecchia via Laurentina e della via Ostiense, anticamente era chiamata Porta Ostiense e contiene nel suo interno il Museo della via omonima, che raccoglie reperti, testimonianze e ricostruzioni della strada che collegava la Roma di una volta al porto di Ostia.
Vi aspetto al prossimo capitolo !
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