
Nel medioevo, le pene corporali e
torture venivano eseguite pubblicamente in piazza,come simboli dell’autorità del
potere del re. Era utile ai sudditi e al sovrano per misurare la distanza tra
forza e autorità.
L’origine delle moderne istituzioni penitenziarie, risale alla seconda metà del
‘700 quando, abbandonate le pene corporali e ridotto il ricorso alla pena
capitale, il carcere diviene uno strumento principale per colpire i trasgressori
della legge penale. Tra la fine del ‘700 e primi dell ’800 si formarono sia in
Europa, che nel NordAmerica vari sistemi, o teorie penitenziarie. Nella seconda
metà dell ’800 nasce il carcere moderno e le prime libertà vigilate nel 1853.
Nascono codici che giustificano e rieducano la disciplina caratterizzata con due
forme: carcere duro con isolamento,ed ergastolo a vita, non per una morte reale
ma sociale. Il sistema carcerario italiano è regolato dalla legge n354 del
1975(norme sull’ordinamento penitenziario sull’esecuzione delle misure privative
e limitative di libertà). Nuove normative dopo 1975, da qui la nuova disciplina
dell’affidamento in prova ai servizi sociali; una nuova previsione della
detenzione domiciliare.

Nella legislazione italiana il carcere
è suddiviso in stabilimenti di custodia preventiva per la pena ordinaria e la
pena speciale. E’ il luogo dove vengono trattenuti individui privati della
libertà personale, in quanto colpevoli di reati che prevedono la detenzione.
I compiti di sorveglianza vengono affidati ad agenti appartenenti al corpo delle
guardie carcerarie. Il recupero sociale si basa sull'assoluta validità del
prezioso insegnamento, illuministico del rispetto per il valore dell'uomo. Il
50% della popolazione carceraria è formata da imputati in attesa di giudizio.
L'attuale legge, per quanto concerne il trattamento rieducativo e il
reinserimento sociale, stando alle cronache, è generalmente carente, in
particolare il lavoro carcerario, che è regolamentato da norme che lo rendono
una concessione rara e arbitraria, anziché l'esercizio di un diritto e di una
possibilità di reinserimento. Tuttavia, il compito prioritario della
criminologia, rispetto al diritto penale, è quello di ricordare ai giuristi, che
il reo va sempre perseguito per quello che ha commesso e non per quella che è
l'analisi fenamenologica, la quale ha evidenziato, ad esempio, che la tendenza
ad agire in maniera criminale è più frequente nei maschi, che nelle femmine,
nella fascia di età compresa fra i 20 e i 35 anni. La vita carceraria è regolata
da una legge denominata Ordinamento Penitenziario, dove esistono regole precise,
ma le parole non possono mai dare il senso della realtà del vivere in carcere.

Bisogna tener conto di dove si viene collocati. Per esempio, il dover convivere
con altri detenuti sottoposti a regime speciale denominato ,41 bis, dove il
sistema di vita del detenuto e piuttosto duro, anche perche spesso vengono
rinchiusi mafiosi e altri soggetti pericolosi.
Isolati dal mondo, ogni giorno a scontare
le pene, una condizione che diventa sempre più pesante, per chi vive la
solitudine e la sensazione di rimanere indietro nel tempo. Le pene non possono
consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato (art. 27 costituzione). Il bilancio di carcerazione
e scarcerazione sta creando una situazione esplosiva, dato che nell'arco degli
ultimi 12 mesi, a fronte di 88.000 carcerati, ne sono stati carcerati circa
90.000. Alcuni esempi: per un’immigrazione clandestina, 13 giorni di fermo, meno
di un anno per furto, due per rapina a mano armata, tre anni per droga, più di
due anni per violenza carnale, tre per mafia e otto per assassinio e sequestro.
Sovraffollamento, suicidi, pestaggi, proteste, il carcere è anche questo, la
nostra società fa fatica ad affrontare tutto ciò con serenità e lucidità.

E’ vero, dentro ci sono soggetti che
hanno sbagliato, ma in ogni caso individui che in qualche modo devono essere
recuperati, è questo ciò che dobbiamo mettere in evidenza. L'inserimento deve
essere sostenuto e socializzato e proprio per questo, le case circondariali
rappresentano un'illuminante chiave che deve regolare la società. Possiamo
concludere dicendo che il carcere è il luogo dove si trovano soggetti deboli e
meno tutelati, il posto oscuro, dove ogni criminale rinchiude le proprie
frustrazioni, l'odio e la ribellione per aver osato sfidare l'ordine pubblico e
non solo.