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Grande artista dotata di
estrema sensibilità; una donna che ha fatto della musica un elemento capace di
giungere fino all’anima di chi l’ascolta e la sa apprezzare. Mariella, quanto è
stata dura la “salita”, partendo da una città del Sud?
Se ti dicessi che è
stata semplice, no… anche se, la storia, così come viene raccontata, che è poi
la realtà dei fatti, è quella della ragazza che da Taranto… Varie cassette, di
cui una che verrà presa in considerazione dal buon Gianni Morandi… Sembrerebbe
una favola semplice, ma in realtà, prima di arrivare a quel passo importante,
che ha acceso il mio sogno musicale, c’è stata tanta fatica, tanto lavoro, tanto
studio, tanta ricerca di me e anche tanta paura, perché quando sei in una città
che non offre tantissimo da questo punto di vista, devi configurarti,
immaginarti, proiettarti, in una dimensione tutta nuova da provare, sperimentare
e da avviare con tutti i punti interrogativi del caso. In una donna, in una
ragazza, quale io ero, non è stato facile anche farlo accettare ai miei
genitori, che volevano e prevedevano per me un altro lavoro e altro tipo di
vita.

Hai realizzato brani per
diversi artisti famosi, come Renato Zero ( Spalle al Muro ), Edoardo De
Crescenzo, Andrea Bocelli, Mina, Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Sirya, Mietta,
Amedeo Minghi… Per cedere dei pezzi di musica così intensi, ci vuole anche qui
grande cuore e generosità, dal momento che oltre ad essere brava autrice, sei
anche ottima interprete…
Se si cedono i pezzi,
come un gesto di semplice generosità, da parte mia, ce n’è tanta, però innanzi
tutto, io non la vivo così; nel senso, è vero che sono una generosa, una persona
che ama fare regali, però, quando scrivo una canzone, lo ritengo il mio
mestiere, non trovo neppure tanta differenza tra quello che tengo un pò per me e
quello che invece offro alle belle voci, che a loro volta si mettono a
disposizione per cantare le mie parole. Per me è una collaborazione, non è mai
un’offerta a senso unico, perché anche la parte interpretativa aggiunge valore,
quando esiste un buon prodotto. Devo dire sempre tanti “Grazie” a tutti coloro
che mi hanno permesso di trasmettere quell’emozione e se non fosse stato Morandi,
il primo, forse ora sarei a casa mia a fare tutt’altra cosa che scrivere testi e
musiche. E poi anche il regalo di Renato Zero… Io ho offerto a lui una bella
canzone, però Renato l’ha resa storica, perché portandola con grande coraggio a
Sanremo, cantandola, sentendola e vivendola in quel modo, l’ha “vestita”
talmente bene, da non riuscire quasi a capire i limiti tra l’autrice e
l’interprete. Questo è un miracolo che la musica può fare e in questo caso, l’ha
fatto sia per me, che per lui.

Abbiamo citato, appunto,
fra gli artisti Renato Zero, com’è nata la vostra collaborazione, la vostra
conoscenza?
E’ nata nel corridoio
della casa discografica, la BMG, di cui facevamo parte io e Renato. Erano i miei
primi viaggi da Taranto, ero lì, mi fermavo incuriosita ad osservare i grandi
personaggi di cui, tra l’altro ero stata fan. Quando arrivò Renato Zero, decisi
di aspettarlo. Mi fu presentato da alcuni collaboratori e gli fu detto: “Lei è
Mariella Nava, quella ragazza che ha scritto quella bella canzone per Gianni
Morandi... Scrive in maniera intensa, profonda…”. E lui rispose: “ Sì, sì, ho
sentito parlà de te…” Immediatamente mi fece la sua proposta… “Allora, se scrivi
bene, scrivi qualcosa pure per me…”. Per lui era naturale una richiesta di
questo genere, evidentemente era una cosa da dire a chiunque, per me non era la
stessa cosa, lo vedevo talmente irraggiungibile… Stentavo a credere che mi
avesse proposto una cosa così impegnativa. Allora gli risposi:” Ma è uno
scherzo???..”.
- “ No, davvero!”.
Sì, era indubbiamente molto bella come proposta, però immaginare che iniziavo a
scrivere da poco, mettermi a pensare una canzone per Renato, che è un monumento
della musica, non mi sentivo all’altezza della situazione. Allora lui molto
spontaneamente mi rispose: “ Allora Nì, se vede che nun te và de fa un ca…” Io
gli risposi:” Bene, proprio perché mi stai sfidando, m’impegnerò”. Quindi la
presi come una richiesta valida, come un test continuo con me stessa di farcela
a tutti i costi. Ho dovuto cercare un argomento che fosse giusto per il suo
timbro vocale, fare una ricerca e scrivere quella canzone e lui ascoltò per la
prima volta proprio qui, in questo studio. A metà canzone già se la ricantava,
quindi era qualcosa che aderiva molto al suo sentire.

Tra le interpreti della
compilation "Ciao poeta", omaggio a Sergio Endrigo, ci sei anche tu, com’è nata
questa partecipazione al progetto?
Sergio Bardotti ebbe questa idea di
fare un tributo a Sergio Endrigo, anche perché era stato un collaboratore per
molti suoi brani di successo e di conseguenza chiese ad alcuni artisti che
potevano avere qualcosa in comune, anche come sensibilità, di scegliere sul suo
repertorio una canzone che avevamo in mente di riproporre in questo spettacolo,
che poi è diventato anche un progetto dvd e cd. Ricordo che nella mia ricerca,
non volli fare una delle solite canzoni che noi conosciamo, bellissime, tra
l’altro, ma pensai di “pescare” fra quelle canzoni che noi cantautori amiamo, ma
che rimangono un pò nascoste. E allora scelsi una cosa buffa e poi “Spiaggia
libera”, che mi avevano colpito nell’ascolto del cd.

Il cd “Dentro una rosa”, si apre con il
brano dedicato alle donne e la copertina ha un delicato profumo…qual è il
messaggio che intendi trasmettere?
Il profumo ha un valore, secondo me,
quasi mediatico, nel senso che tutto quello che noi vediamo, sentiamo, manca di
questo elemento. Forse al computer, alla T.V., alla radio, passano colori,
sfumature, sensazioni, ma il profumo mai. E’ un elemento, che, o ce l’hai fra le
mani, sotto il tuo olfatto, oppure non ti arriva. E anche quando ce l’hai, è una
delle poche cose, che di questi tempi, riesce a farti chiudere gli occhi, a
farti fermare. Lo devi analizzare con il tuo sentire fino in fondo. Mi piaceva
dare questo input anche per la musica, l’ho unito al discorso della copertina,
perché la musica dovrebbe riuscire a farti provare anche un profumo, però la
musica spesso viene relegata al sottofondo. Ci fa compagnia quando parliamo,
mentre mangiamo, siamo distratti quando lei passa, non ha più questa capacità,
eppure ne ha tutti i connotati. E’ quella che ci ferma le immagini, che vive con
noi, ci accompagna, non si potrebbe fare a meno di lei, in qualche modo noi la
stiamo però bistrattando. Per questa ragione, volevo che il profumo desse l’idea
di quanto la musica fosse importante nella nostra vita, come presenza. Mi
piacerebbe che facesse ancora sognare, appartenerci, appassionarci…

La musica, l’ambiente
artistico, spesso mettono a dura prova, ti è mai capitato di dover superare
momenti di crisi nel settore?
Sì, anzi, non più e non
meno di due anni fa, ho scritto una lettera, in cui avevo annunciato ad alcuni
fans, amici, in seguito ad una ennesima prova non superata, che era l’ammissione
al festival di Sanremo, la mia proposta non accettata dopo quattro anni di
assenza dal teatro dell’Ariston. Io ho detto, può darsi che sia un tempo, che
quello che faccio io, non interessi più. Lo dico, non perché sia una che abbia
modo di essere spesso in T.V. , a parte quando faccio promozione del mio nuovo
lavoro, non sono affatto presenzialista, ma quelle volte, in cui è giusto far
conoscere il prodotto, la musica che hai appena inciso… Ecco questo sì, può
essere utile, ma anche lì incontro delle difficoltà. Per radio, la mia musica
non è che vada così in onda, come altre forme musicali e so di non essere la
sola. Per cui ho detto, che se anche Sanremo, dove io ogni tanto potevo
affacciarmi e la mia presenza era gradita, perché un pò mi si aspettava ed erano
quei quattro, cinque minuti, che mi erano in qualche modo offerti, per far
sapere della mia esistenza, se anche questi mi erano ormai negati, forse voleva
dire che non c’era più spazio per me. Quindi, molto realisticamente ho detto: “
Scusate, forse ho sbagliato, forse non è il mio momento, è meglio che me ne sto
un pò in silenzio”. E’ stata una comunicazione data di questa crisi vissuta.
Credo che sia un momento in cui molti attraversano una profonda crisi, forse,
però, proprio dalla gente, può arrivare, a volte, quella iniezione di fiducia
necessaria per dire: “ Sai che c’è? Io ci sono, mi diverto a fare musica, non
saprei fare altro, fosse anche il tutto ridotto ad un club, a una mia sala, dove
io mi metto lì e suono…va bene così…”.

C’è stato un personaggio
in particolare; un familiare, una persona cara, un amico, che ti ha spronato a
non mollare, a riprendere la tua attività artistica?
Devo dire moltissimi artisti, colleghi,
persone vicine, produzione… Sono stati loro che mi hanno dato una nuova luce,
perché ad un certo punto ho detto: “ Boh, forse non servo, sto facendo un
percorso talmente troppo mio, che non ha bisogno di essere veicolato e invece mi
è stato richiesto di crederci ancora, di continuare proprio in virtù del fatto
che è giusto anche per quelle forme musicali, che vengono un pò messe da parte,
che non sono neanche più di nicchia, ma quasi di cripta, forse vale la pena
insistere e continuare a crederci lo stesso.

Se non avessi scelto
questo mestiere, quale altro lavoro ti sarebbe stato più congeniale?
Mah, non so, forse sarei potuta essere
un’osservatrice delle stelle, un’astronoma…
Non dico Margherita Hack, però c’è questa vicinanza con la poesia, con il sogno,
con il volo… Restando in tema artistico, comunque la scrittura, i testi, le
musiche.
Mariella Nava e Sanremo… i ricordi delle
trascorse partecipazioni ed eventualmente, la voglia di un possibile ritorno?La
voglia, te lo dico subito, c’è e c’è sempre stata, per un semplice fatto, che io
mi arrabbio un pò, quando sento denigrare Sanremo, perché oltre ad essere una
vetrina musicale importante, è un punto di passaggio di tante cose che sono
state consegnate dalla nostra musica, dalle più remote, da “Nel blu dipinto di
blu”, a Lucio Dalla. Musica di tutto rispetto e anche scoperte di tanti
personaggi, che animano il nostro panorama della musica leggera italiana.
Quindi, snobare questo contenitore, onestamente è una grande stupidaggine. Io
non l’ho mai fatto, l’ho sempre amato, semmai ho lavorato per cercare di
nobilitarlo, perché sta a noi, operatori del settore, cercare di fare questo;
dare a quel contenitore il contenuto. Invece si parla spesso del contorno, dal
presentatore, all’organizzatore, dalla bionda, alla bruna, dagli ospiti
stranieri, ma poca attenzione alle canzoni. Una volta, la storia del festival
era, che arrivava brevemente una gara, che partiva alla pari, di brani
addirittura cantanti da più cantanti, da più voci, quindi erano le canzoni in
gara. Ora si pensa d’invitare il personaggio che attira il pubblico giovane,
quell’altro che fa la tradizione del festival… Tutti voli teorici intorno ad una
vetrina, che invece aspetta di avere canzoni. Io lavoro sempre in un’altra
dimensione, forse è per quello che da sei anni nessuno mi chiama. Anche quest’anno
so che c’è Paolo Bonolis, che cerca di realizzare un festival rinnovandolo con
gusto e qualità, so che sta invitando artisti, aspetto con ansia anch’io la mia
telefonata, ma al momento ancora nulla. Per collaborare io ci sono sempre,
perché, ripeto, amo quella vetrina e come per il Natale, per il Capodanno, noi
abbiamo Sanremo… Qualcuno mi dice anche che potrei aspirare ad essere fra gli
ospiti; non aspiro a tanto, ma potrei comunque mettermi in gioco. In ogni caso,
vorrei andare in gara e portare la mia proposta musicale.

Questo tour estivo 2008…
com’è stato?
Bello e mancando da zone mediatiche,
pensavo che la gente mi avesse un pò persa di vista, invece ho trovato una bella
attesa e risposta, tante persone che mi hanno “scoperta” forse anche tramite
internet, quindi io sono grata anche a questo mezzo. Tra l’altro sono stata una
delle pioniere di internet, ho sempre creduto che fosse questa un’oasi di
libertà, ho anche un official web site: (www.mariellanava.it)
Ti consideri ambasciatrice di solidarietà?
Sì, in qualche modo sì. Attraverso ciò
che scrivo, penso di essere in musica uno spaccato della realtà. Come sfogliare
le pagine di un quotidiano, di quello che ci accade intorno, che in qualche modo
cerco di riportare con grande fedeltà, però con gli occhi di chi vive, non
soltanto di una reporter che racconta la notizia. Entrare nelle storie, di
qualsiasi essere umano, un ammalato, quando parlavo di AIDS in “Piano
inclinato”, brano che tra l’altro ho cantato anche con Renato Zero e avrei
voluto inciderlo con lui, perché sarebbe stato giusto, per un personaggio come
Renato fare una denuncia di quel tipo e, oltretutto, anche quella era una mia
proposta per Sanremo del 1995. Capisci ora quanto mi sta a cuore il festival?
Perché anche da questo punto di vista, ho sempre offerto spunti di riflessione,
da donna attiva quale sono, cittadina attenta e come tu dicevi prima, anche
solidale. Adesso, per esempio, ho questa canzone data per le morti bianche… E’
un brano che ho voluto donare totalmente, compresi i diritti d’autore, quando,
quasi un anno fa, abbiamo tutti assistito da spettatori inermi, all’ennesima
tragedia. Avevo già questa canzone e invece di tenerla nel cassetto, di
aspettare la nuova incisione di un disco, ho voluto toglierla, estrarla da
questo progetto e farla vivere prima, in una dimensione sicuramente più adatta.

C’è un brano che ha una
marcia in più rispetto agli altri, che senti in qualche maniera più tuo e che
riesce a sprigionare grande emozione ogni volta che lo riproponi al pubblico?
Ce ne sono diversi, poi, dipende dal
momento; è come mettere in evidenza una parte di te. Ci sono storie d’amore che
ho scritto, come “Per amore”, che grazie ad Andrea Bocelli, ha fatto il giro del
mondo e poi ci sono gli argomenti, che mi stanno a cuore, come in “Dentro una
rosa”, “Ultimi”, “Stasera torno prima”, data all’Amnil. Ci sono cose che in
certi momenti sono prepotenti e hanno una luce più forte e mi emoziono da sola a
ricantarle, fra queste, c’è l’ultimo brano che sto scrivendo adesso, di cui non
posso ancora parlare…
Che rapporto hai con il
mondo telematico, internet e tutte le innovazioni tecnologiche?
Come sai, io sono dell’Acquario, quindi
molto stimolata dal progresso, dal futuro, dalla proiezione lontana. Appena ho
sentito parlare di questo nuovo mezzo, non mi sembrava vero… Che bellezza, posso
stare a casa mia, comunicare con tutto il mondo, senza tramite,ci sono io e il
mondo, attraverso internet. L’ho trovata una grande magia, perché, forse
l’artista, in sé cova questo desiderio, di poter il più possibile diffondere il
suo pensiero, che poi si esprime attraverso l’arte che sceglie, però è proprio
questa mano data, offerta, per cui ho detto che qualcosa di nuovo stava
accadendo, si sta trasformando la realtà. Questo penso che abbia spiazzato
totalmente i criteri di mercato, della musica, del cinema, perché sono talmente
abituati a valutare tutto sui numeri, i tabulati, ma per chi come me, viaggia
oltre le cose, trovo che sia fantastico. Per chi non vive di tabulati, può
essere una salvezza, ma mi rendo conto, che le impalcature del commercio sono
state messe un pò a dura prova.

A quando un prossimo
concerto nella capitale?
Spero presto, perché è da un pò
che manco, so che c’è un pubblico che mi aspetta, che mi vuole ascoltare, quindi
mi auguro di farlo a breve, magari l’inverno prossimo…
“Così è la vita”… E quella di Mariella
Nava?...
E’così, con i suoi alti e bassi, con i
suoi successi, i momenti difficili, comunque con una grande serenità,
determinata probabilmente dalle mie origini, dall’educazione ricevuta, dalla
speranza, dalla fede di chi crede che non sia tutto qui. Di chi cammina piano,
per andare lontano…con l’indirizzo che ancora non ha ben chiaro, ma sicuramente
molto fedele a quella che è stata la partenza, gli inizi.
Mariella, purtroppo il nostro incontro
termina qui, è stato un evento bellissimo, perché, avere di fronte un’artista
come te, ma prima di tutto, la straordinaria persona che sei, è veramente un
onore. A nome mio e di tutta la redazione, un grande ringraziamento, per averci
permesso di realizzare questa indimenticabile intervista.
..... Grazie a voi, grazie di tutto!