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Teatro
SALA UMBERTO
VOGLIAMOCI TANTO BENE! Commedia in due atti scritta e diretta da Carlo
Buccirosso
Con: Carlo Buccirosso, Maria Del Monte, Gianni Parisi e con Graziella Marina.

La
commedia di Buccirosso si apre con una seduta psicanalitica. Lui, l’uomo
napoletano medio, Mario Buonocore, impiegato alle poste è in grave crisi
depressiva. Cosa lo attanaglia e lo fa soffrire al punto di non trovare pace?
Innanzitutto, l’assenza di fantasia, senza la quale c’ingrigiamo, dice alla
psicologa dalla quale è in cura, ed è sacrosanto. La fantasia sembra essere
qualcosa in via d’estinzione, una specie rara, da proteggere. Ci sono i gas
tossici dei memi insidiosi giornalmente inseriti nei cervelli umani attraverso
programmi televisivi banali e ottenebranti, messaggi pubblicitari e altro.
Allora bisogna rimanere vigili, attenti a non farsi divorare dalla mediocrità
dominante. Ma non è tutto, per il Buonocore qualcos’altro rischia d’estinguersi,
qualcosa a cui lui tiene molto e che non riesce a estirpare dal suo modus
vivendi, il nucleo familiare. L’istituzione della famiglia come rifugio, come
porto sicuro, come coacervo d’affetti è in procinto di sgretolarsi. Il piccolo
impiegato lo scoprirà scontrandosi con la realtà. Tornato a casa dalle due amate
sorelle dopo un lungo periodo d’assenza, invece del dolce nido, dell’anelato
nucleo alieno e impenetrabile a ogni umana cattiveria troverà una sorta di
“sistema” in scala ridotta e ad uso comune, uno spaccato di organizzata
criminalità domestica. Con un colpo di scena dietro l’altro, arriverà a scoprire
di avere per parenti, due sorelle usuraie, un genero spacciatore, una serie di
nipoti invischiati indirettamente con la camorra, più un corrotto ispettore di
polizia amico del suddetto racket domestico.

Buccirosso mette in scena la follia della camorra nella semplice quotidianità di
una famiglia “normale”. Un meccanismo perverso “cresciuto come una pasta messa a
lievitare nei cassoni di legno di periferia”.
“A Napoli non ci sono innocenti. A Napoli siamo tutti colpevoli”, “La camorra
siamo noi.” Citando Saviano e Russo.
Carlo Buccirosso attraverso l’ineguagliabile personaggio di Mario Buonocore
denuncia in maniera intelligente e sarcastica una situazione ormai incancrenita,
il “sistema” che si riproduce come muffa grazie anche al suo potere camaleontico
di rendersi sociale, scontato, soprattutto familiare. Quello di Buonocore è un
grido disperato nascosto sotto la leggerezza dell’ironia. La fantasia come mezzo
per combattere il male della realtà. questa è la chiave che ci regala Buccirosso.
A cura di Rossella Monaco