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In gran parte d'Europa, sono
ormai realtà consolidate, solo in Italia, siamo ancora alle prese con questo
dibattito. Sicurezza per chi fa questa professione, per chi decide di
usufruirne, dei controlli sanitari e sicurezza di vedere le nostre strade
ripulite da prostitute, che molto spesso sono clandestine e sfruttate dalla
criminalità organizzata, inoltre sicurezza per lo Stato di incassare i proventi
derivanti dalle tasse pagate; questo è ciò che avverrebbe se le "case chiuse"
fossero riaperte. Quindi questo atto non può essere più rimandato.
Era il 20 settembre del 1958 quando in Italia, con l'entrata in vigore della
legge Merlin, finì l'era delle case di tolleranza. Da allora non c'è stato
governo che non abbia cercato di togliere le prostitute dalle strade e porre
così fine allo scempio del sesso a pagamento alla luce del sole. L'ultimo
tentativo, un disegno di legge promosso da Umberto Bossi e Stefania
Prestigiacomo e varato dal Consiglio dei ministri che, se sarà approvato dal
parlamento, riformerà dopo 45 anni il testo della legge presentata dalla
senatrice Lina Merlin.

Prostituzione vietata nelle
strade, ma ammessa al chiuso. Multe ai clienti e no al ripristino dei vecchi
bordelli e dei più moderni eros center. Sono i punti principali del
provvedimento messo a punto dal ministero delle Pari opportunità, non senza
sollevare dubbi e perplessità. A far discutere, soprattutto la possibilità di
esercitare il mestiere nei condominii, che potrebbe trasformarli in veri e
propri "casini".

Ma quante sono le lucciole che vendono il proprio corpo in Italia? Dalle 50mila
alle 70mila, secondo una recente indagine condotta dalla commissione Affari
sociali della Camera. Di queste, circa 25mila sarebbero immigrate, duemila
minorenni, mentre oltre duemila le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e
costrette a prostituirsi. Il 65%, circa 30mila, lavora in strada, il 29,1% in
albergo. Le altre ricevono i clienti in casa. Il 94,2% delle prostitute è
rappresentato da donne, il 5% da transessuali, lo 0,8% da travestiti.

Dunque un mestiere, quello della "squillo", sempre più praticato da donne
straniere approdate clandestinamente nel nostro Paese e con sistemi di
adescamento dei clienti, che non disdegnano gli annunci su quotidiani e siti
internet. Ma la prostituzione non è un gioco e chi la pratica, per piacere, o
per necessità, può anche contare su una sorta di aggiornamento professionale,
aspettando l'approvazione del disegno di legge.