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L’incontro con Gatto
Panceri e l'ottavo album della sua carriera, nel quale racconta il suo viaggio
nei sentimenti…
1) Passaporto; 12 fresche ballate in perfetto stile pop-rock, con particolare
attenzione verso brani come: E’ solo musica e Ruvida. Parlaci di questa ultima
realizzazione…
Passaporto è un album fatto con l'intento di fare dodici pezzi che fossero
proprio come un viaggio in dodici paesi diversi. Il "Passaporto" è il passaporto
per viaggiare in questi paesi che la musica crea nella fantasia: quindi si passa
dalla solarità di "E' solo musica" a questo momento molto intimo di "Ruvida",
con un'altra atmosfera. Quindi devo dire che a distanza di un anno sono contento
di questo lavoro, perché ha avuto un consenso popolare e ha avuto longevità
raggiungendo 5 singoli trasmessi da tutte le radio italiane.
2) Come nascono le tue
canzoni?
Scrivere canzoni, appaga la mia anima alla costante esigenza di esternare le mie
"vibrazioni" e cercare di comunicarle agli altri; quando compongo ho come unica
interlocutrice la mia indole di uomo, il mio vissuto o quello di persone a me
vicine.
3) Il brano al quale ti senti maggiormente “legato”, appartenente alla tua
discografia?
Sono legato fortemente a tutte le mie canzoni, perché ognuna di esse è nata da
emozioni, da sensazioni mie o altrui reali e forti che hanno fatto nascere in me
il desiderio e l'esigenza di fermare "l'attimo" in una canzone o più canzoni.
Ma se proprio fossi obbligato a rispondere, forse risponderei "L'amore va oltre"
canzone del mio esordio sanremese che ha spinto positivamente l'inizio della mia
carriera.
4) Secondo te, cosa manca oggi alla musica leggera italiana?
Imprenditori coraggiosi che diano spazio ai giovani talenti e a chi realmente ha
qualcosa da dire e non a chi ha soltanto voglia di apparire.
5) Quando pensi di tornare sui palcoscenici di Roma?
Tornerò molto presto, il calendario del mio tour evolve di giorno in giorno e
vedrete che presto ne darò comunicazione sul mio sito ufficiale
www.gattopanceri.net
6) Un eventuale ritorno in quel di Sanremo?..
Perché no… d’altra parte come dice qualcuno;) Sanremo è Sanremo.
7) Hai cantato davanti a Giovanni Paolo II, che ricordo hai di quell’esperienza?
Un’esperienza unica e purtroppo irripetibile, cantare in presenza del Santo
Padre è stata un’emozione troppo grande, troppo grande da poterla trasformare in
parole; ricordo ancora la sua voce che mi dice “Continua a portare nel mondo le
tue canzoni che parlano d’amore”.

8) Hai scritto brani per artisti del calibro di Andrea Bocelli, Mina, Mietta,
Giorgia, Siria, Morandi, ma hai mai pensato ad un duetto?
Si, ho pensato tante volte e prima o poi credo che realizzerò qualcosa con una
delle meravigliose voci che hanno dato ulteriore vita alle mie canzoni d’autore.
9) Cosa non accetti di questa nostra società?
La superficialità e l’adagiarsi di molti pur avendo le capacità, superficialità
che ha fatto si che, in questo nostro “bel paese” la qualità in tutti settori la
si considera sempre più un optional, quella stessa qualità che ci ha sempre
contraddistinto. Oggi sembra che conti sempre più “risparmiare” che fare le cose
nell’unico modo che io conosca… cioè BENE.
10) Che rapporto hai con la tecnologia?
La tecnologia ci ha aiutato e ci aiuta molto in tutti i settori e come un po
tutti mi sono adeguato anch’io anche non ritenendomi un uomo iper tecnologico
infatti nella musica, a mille effetti elettronici, prediligo sempre la viva
sensazione delle corde sui polpastrelli della mia cara chitarra.
Il Settimo Senso news ringrazia Gatto Panceri, per la gentilezza e
disponibilità dimostrata, in riferimento a questa intervista.
A cura di: Nimue