INTERVISTA A GABRIELLA GIORGELLI
(attrice)

Mi riceve nella sua bellissima e accogliente casa romana; così gentile e ancora
oggi molto bella, con i suoi incredibili occhi verde smeraldo da gatta…
1) Gabriella Giorgelli e le origini. Raccontaci un pò di te e di come è nato
l’amore per il cinema.
Ero piccolina, mio padre mi portava sempre al cinema; tutte le sere a vedere
polizieschi, gialli; era il mio premio se facevo la brava. Poi sono andata in
collegio e la domenica, le suore ci portavano a vedere film: Maciste,
Ercole…C’era sempre un’attrice mora con gli occhi verdi e io dicevo: “ Da grande
sarò così! Voglio fare l’attrice!”.Quando non mi comportavo bene, le suore non
mi facevano recitare e per punizione mi dicevano: “ Tutte recitano e tu no!”.
Per me era un grande dolore. Poi, con il passare degli anni mi vedono sui
giornali e sai cosa mi dicono? - “ Te lo dicevamo che saresti diventata
un’attrice! “… Il mio inizio? Livorno, ragazzina, arriva un film che s’intitola
“Tutti a casa” e lo girano proprio sotto casa mia, De Laurentis, Alberto Sordi…
Dico a mia madre: “ Mamma, c’è il cinema sotto casa!”. Mi vesto, faccio finta di
andare al mare e penso: “ Vedrai che mi fermano!”.Avevo 15-16 anni; estate,
agosto, mi nota il direttore di produzione Mario De Biase, ancora me lo
ricordo…e poi siamo diventati amici… - “Scusi, lei dove va?”: - “Io vado al
mare!”. – “Vuol fare un ruolo?”. – “No, io non voglio fare l’attrice!”. In
realtà era proprio quello il mio sogno. Insomma, per fartela breve, il mio primo
ruolo; il primo contratto. A distanza di anni, uno degli ultimi compleanni di
Alberto Sordi, vado a questo ricevimento… L’avevo conosciuto in uno dei miei
tanti film, poi non l’avevo più visto per anni. In quell’ occasione ero con il
mio compagno, tra l’altro produttore e penso: “Chissà se Alberto si ricorderà di
me?!”. Mi avvicino e gli dico: “Buonasera signor Sordi, lei non si ricorda di
me?”. – “Non mi ricordo di te?”. – “Il sacco di farina, di Tutti a casa di
Comencini..”. Perché io nella scena del film raccoglievo la farina…Quelli erano
grandi attori! Rimani impressa, ma oggi… Oggi, non c’è più l’umiltà. Non li
conosco i giovani di oggi, ma li vedo, hanno una superbia, se avessero fatto i
film che ho fatto io!.. 90 film, di cui metà commerciali e metà di autore.

2)Hai lavorato con dei “mostri sacri” come: Mario
Monicelli, i fratelli Taviani, Damiano Damiani, Federico Fellini e Bernardo
Bertolucci. Parliamo proprio di quest’utimo, Come nacque il vostro incontro
artistico?
Il primo film era con Damiano Damiani, il secondo con Bertolucci. Per arrivare
al cinema dovevo fare i concorsi di bellezza, perché a Livorno, c’era la
Atirrenia; una specie di Cinecittà, allora veniva Sophia Loren ed io ero
scritturata sempre come comparsa. Però, ripeto, volevo andare a Roma, volevo
fare l’attrice. L’unico modo per farmi notare era partecipare ai concorsi di
bellezza, ne ho fatti 23. Sono andata a Salsomaggiore,allora avevo 17 anni.
Arriva Mirigliani e mi dice: “ Mi faccia vedere i documenti, ma lei com’è
arrivata fin qua?”. – “ E’ minorenne, non può partecipare, se se ne accorgono,
io finisco nei guai!”. – “ Si deve ritirare!”. Mi sono messa a piangere e
ripetevo; “Voglio fare l’attrice, non posso ritirarmi, perché sono convinta, che
se qualcuno mi nota, mi scrittura!”. E lui giustamente mi rispose che non poteva
rischiare la galera per me. Allora lo stratagemma era: La bella fra le belle si
ritira, dichiarandosi brutta e non all’altezza di Miss Italia. Tutti i giornali
ne parlarono, tanta pubblicità e fu la mia fortuna. Damiano Damiani mi vide
sulla copertina di una rivista, mi convocò a Roma e mi fece il provino per un
famoso film L’isola di Arturo, famoso film della Morante, dove recito un ruolo
bellissimo e da lì inizia la mia carriera. Sono andata a Procida a girare questo
film, poi sono tornata a Livorno ed ho continuato a fare la commessa e la cosa
bella, fu che la William Morris mi chiamò, perché Pasolini, che aveva visto le
mie fotografie, mi convocò a Roma sempre per fare un provino; il film era Mamma
Roma. Mi vide Pasolini e mi disse che ero troppo piccola per fare il ruolo della
prostituta nel film. Però mi propose il suo aiuto; allora ancora poco
conosciuto; un certo Bernardo Bertolucci, per una parte, dove ero perfetta per
fare la protagonista. Non sapevo come fare, avevo solo 10.000 lire in tasca… Mi
ricordo che uscii da lì, era sabato, eravamo nel ’66, non sapevo dove andare,
dove alloggiare… Prendo un giornale per trovare un lavoro e leggo: “Baronessa
cercasi dama di compagnia…”. Telefono e la signora mi dice: “Presentati
domattina da me”. La nobil donna abitava ai Parioli; quartiere chic di Roma. La
incontrai; una donna molto elegante e mi disse:” Ma che carina che sei, da dove
vieni?” – “Da Livorno”. – “Come mai sei a Roma?”.

Ovviamente non le risposi perché voglio fare l’attrice, le
dissi che ero stanca di stare a Livorno e volevo trovare un lavoro nella
capitale e con il passare del tempo, mi sarei fatta raggiungere anche da mia
madre. Lei mi chiese se potevo fermarmi, mi fermai. Il lunedì chiamai la
produzione, per avere notizie, intanto continuavo a lavorare per la baronessa e
lei era felicissima di me. Così, un bel giorno, dopo tanto, arrivò la telefonata
di Bernardo Bertolucci, mi presentai e mi scelse per il film. A quel punto il
dramma era dire alla baronessa che me ne dovevo andare. Alla fine non potei più
mentire e le dissi come stavano realmente le cose. Lei reagì arrabbiatissima, ma
io me ne andai e trovai una cameretta in centro. In seguito la signora mi chiamò
diverse volte per andare a prendere il thé con le sue amiche. Ho avuto tanto
coraggio, una forza d’animo incredibile… Scrissero su un articolo: “La piccola
volpe di Cinecittà”. Per quanto riguarda invece l’incontro con Fellini, lui mi
scelse per La città delle donne, altro film famoso, che ebbe tanto successo.
3) C'era imbarazzo da parte tua nel girare
scene di carattere erotico?
Abbastanza. Ne L’Isola di Arturo c’era una scena di nudo, abbastanza erotica..
Alla fine però ti sciogli, perchè tanto nessuno sul set è maniaco. Ci sono
talmente tanti operatori, che non ti vedono neanche…

4) Le rivalità fra voi attrici; eravate amiche e non esisteva competizione,
rappresentando ognuna un ideale di bellezza femminile, diverso dall'altro?
Mah, guarda, non c’era competizione. Ognuna aveva il suo ruolo, perché all’epoca
eravamo tutte diverse: Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Laura Antonelli,
Barbara Bouchet… Ognuna aveva il suo pubblico.
5) Quale significato dai alla parola femminilità? Oggi esistono più donne, o
più femmine?
Esistono più femmine. Donna è una parola grande… Io però mi metto nella
categoria donna. Tutte possono essere femmine, ma donna con la D maiuscola, è
molto difficile. Per me una donna deve sempre saper far tutto, perché ha una
marcia in più, rispetto all’uomo.
6) Un ruolo che avresti voluto interpretare?
Un film per il quale Germi mi fece tre o quattro provini Alfredo, Alfredo. Il
regista aveva litigato con la Sandrelli ed io avrei dovuto sostituirla. Poi
fecero pace e non mi prese più per quel ruolo. Peccato! Un altro film invece che
avrei dovuto girare in America,sulla preistoria… Non mi convinse la cosa, allora
c’era la tratta delle bianche, così non andai perché non mi fidavo, mi “mangiai
le mani” e così presero Rachel Welch..
7) Cosa manca, secondo te, al cinema
italiano?
Tutto. Le sceneggiature, non mi diverte… Abituata forse a lavorare con i “mostri
sacri”, non lo dico per cattiveria…
8) Cosa vorresti dire a tutte le giovani attrici di oggi? Cosa
consiglieresti?
Non sta a me consigliare. Oggi basta fare un passaggio in televisione, sei
graziosa, diventi subito importante. Basta essere carine, giovani… purtroppo io
la vedo così! Ci sono poche attrici veramente preparate, che apprezzo molto:
Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno, Valeria Golino… Con la Golino ho girato un
film…
9) Se dovessi tornare indietro, con chi eviteresti di lavorare e con chi
invece, avresti voluto girare un film da protagonista?
Non rimpiango niente di quello che ho fatto. Un film come protagonista, avrei
voluto girarlo sempre con Germi, perché mette in risalto la personalità
dell’attrice. Ho fatto un film come protagonista per Monicelli, però lì è
corale, non si sofferma… Invece Germi tira fuori il meglio di te stessa…devo
dire anche Maselli, ho fatto con lui Storia d’amore…
10)Con il trascorrere degli anni, che tipo d’insegnamento hai tratto da
quelle che furono le scelte volute o meno, per quanto riguarda la tua carriera
di attrice?
Beh, alcune cose ero contenta di farle, altre cose si fanno anche per necessità,
oppure perché sono tre, o quattro mesi che non lavori.
11) E’ difficile oggi per una donna
dover conciliare famiglia e lavoro?
Non credo. Per la femmina che pensa solo a se stessa, forse sì, ma per la donna,
no. La donna in genere trova il tempo per tutto. Ricordo per esempio Ornella
Muti, quando aveva i figli piccoli, se li portava sul set, viaggiava con i
bambini.
12) Hai qualche rimpianto?
Sì, abbastanza. Di non essere andata in America, di non aver creduto che mi si
offriva questa opportunità.
13) Che tipo di rapporto hai con il mondo informatico?
Non lo conosco, ma mi affascina. Tutto quello che è digitale mi piace. Però
trovo che c’è meno comunicazione, oggi è tutto vissuto in maniera più fredda,
più virtuale.

La nostra intervista termina qui. Ti
ringraziamo per la gentilezza e disponibilità dimostrataci, con la speranza di
poterci incontrare ancora, in un prossimo futuro, per un’altra intervista. Buon
lavoro e a presto!
A cura di: Nimue