
LO SAPEVATE CHE
..........!
Come promesso eccomi qui pronto ad entrare nel Parco e a descrivervi questa
visita fantastica che mi auguro vi invogli ad andare personalmente a Bomarzo e
rendervi così conto con i vostri occhi.
Appena entrati, superate le due Sfingi già citate precedentemente, troviamo alla
fine del sentiero un’enorme testa di mostro marino, è quella di Proteo, figlio
di Nettuno, ma anche di Glauco un povero pescatore che bevve una pozione di erba
magica. Un altro gruppo scultoreo molto imponente è quello raffigurante una
balena con sopra una tartaruga, il cui guscio sorregge una donna alata; il loro
significato doveva essere un segno del passaggio verso l’immortalità. Accanto
c’è il Pegaso, il cavallo alato che sta per spiccare il volo verso il cielo;
curiosità da notare è quella che sia la tartaruga che il Pegaso guardano nella
stessa direzione. Il nostro arrivo ad una tomba ci fa riflettere, perché ci fa
intuire di essere come a contatto con i morti; qui una ninfa mangia una
melagrana, frutto proibito, e questo ci rimanda ai divieti del piacere carnale e
della vita dissoluta in generale.
Uno dei temi che incontriamo spesso nel Parco, è quello della lotta tra il bene
e il male e arrivati alle statue dei Giganti che lottano situate vicino ad un
ruscello, troviamo Ercole che squarcia Caco a mani nude; Ercole è la forza umana
insieme a quella divina che battono il ladro Caco, il male.
Molto bello è anche il Ninfeo, dove sono raccolte le tre Grazie, sorelle delle
Muse con ai piedi due tritoni, due leoni e di fianco una fontana con due
delfini; mostrano nell’insieme forza, purezza, rigenerazione e salvezza.

Su una conchiglia ci aspetta poi Venere, vestita come un’antica matrona romana e
la grande statua del Nettuno che ha tra le mani un piccolo delfino e vicino
invece un grande delfino. Ecco quindi uno dei gruppi, secondo me, più belli di
tutto il Parco e cioè l’Elefante in battaglia con la torre sulla schiena
nell’atto di schiacciare un guerrigliero romano e mentre trasporta il corpo
senza vita di un legionario. Il Drago alato che combatte mentre viene assalito
dai cani e da altre creature fantastiche e quindi l’Orco che dovrebbe mettere
paura con la sua bocca spalancata, nel cui interno è ricavata addirittura una
stanza con tavolo e panca. E che dire del Cerbero, il cane a tre teste guardiano
dell’inferno, del Gigante che squarcia una donna, della monumentale statua a
braccia aperte di Proserpina e della stranissima casa pendente, costruita per
volere del duca su un grande masso inclinato e così via.
Nei pressi del giardino non va dimenticato il tempietto cinquecentesco, noto
come Santa Maria della Valle, che la famiglia Bettini ha restaurato e dove si
venera un’immagine della Madonna. Il Sacro Bosco o Parco dei Mostri è aperto
tutto l’anno delle 9.00 al tramonto; l’ingresso è a pagamento ed il biglietto
dovrebbe costare intorno agli 8 euro, con sconti ai bambini, ai gruppi e alle
comitive scolastiche.

Adiacente al Parco ci sono un ristorante anche self-service, un bar, un piccolo
negozio di souvenir, giochi per i bambini e un parcheggio.
Per raggiungere il Sacro Bosco di Bomarzo, per chi viene da Nord uscita casello
A1 Attigliano in direzione Viterbo, da Sud superstrada Orte-Viterbo uscita
Bomarzo; in treno la stazione più vicina è quella di Orte o di Attigliano.
Dobbiamo anche sapere che Roma dista da Bomarzo circa Km 70, Firenze Km 200 e
Perugia circa Km 110; l’aeroporto più vicino è il Leonardo da Vinci di
Roma-Fiumicino.
Per ulteriori informazioni, prenotazioni o qualsiasi altro dubbio, si può
telefonare direttamente al Parco, al numero telefonico 0761.924029.
Sperando di aver incuriosito chi ha letto questo articolo, in fondo questo è lo
scopo della mia rubrica, vi aspetto al prossimo appuntamento.
ANTONIO TIMONI