ID | Titolo Articolo | Rubrica | Redattore Articolo | n° | Link |
219 |
Tempo di Avvento: preparate la via del Signore |
Angolo della fede |
Paolo |
11/2003 |
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Testo Articolo |
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TEMPO
DI AVVENTO
“preparate
la via del Signore”

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La
parola “avvento” deriva dal latino adventus e significa
“venuta”. Con questo termine la Chiesa indica quel periodo dell’anno
liturgico di quattro settimane che precede il Natale.
In questo
tempo di Avvento giunge forte alle orecchie di ogni cristiano questo
invito: siate vigili, non lasciatevi cogliere impreparati!
La nostra fede è animata dalla speranza nel ritorno definitivo e glorioso
di Cristo; ogni nostro agire nel mondo è illuminato dalla promessa del
Padre di trasformare questo stesso mondo in "cieli nuovi e terra
nuova"; le nostre preghiere sono sempre motivate dal desiderio
profondo dell'incontro con Dio. In poche parole tutta la nostra fede è
proiettata verso eventi futuri, ma prossimi, per il compimento dei quali
siamo invitati ad essere vigili.
Quindi anche per noi vale l'invito alla vigilanza: tutti noi, che ci
definiamo cristiani, dobbiamo custodire sempre nel cuore l'attesa del
ritorno di Gesù. Questa attesa illumina la vita dei cristiani, guida
le loro scelte, offre il criterio giusto di valutazione del presente ed
infonde una grande consolazione nelle inevitabili difficoltà della nostra
storia di uomini e donne. In una parola, ci insegna ad accogliere Gesù
che viene già oggi.
Ci insegna a riconoscere tutte le parole che Gesù già oggi rivolge a
ciascuno di noi secondo la propria chiamata, e ci insegna ad operare per
la costruzione del suo Regno.
Ma che cosa
significa dunque vigilare? Qual è la condizione spirituale che ci rende
vigili e attenti ai segni dello Spirito? Il profeta Isaia scriveva così:
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(Isaia 40,3-5)
“Una voce grida: Nel
deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per
il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in
pianura."
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Ecco
che cosa significa vigilare: significa preparare nel nostro cuore la
strada alla venuta del Signore. Vigilare significa innanzi tutto vegliare,
stare desti, rimanere all'erta.
L'immagine più immediata è quella di chi non si lascia sorprendere dal
sonno quando il pericolo incombe o un fatto straordinario o emozionante
sta per accadere. Vigilare impegna a fare attenzione, a diventare
perspicaci, ad essere svegli nel capire ciò che accade, acuti
nell'intuire la direzione degli eventi, preparati a fronteggiare
l'emergenza. Rimanere svegli, essere attenti, vegliare dunque: veglia la
sposa che attende lo sposo, la madre che attende il figlio, la sentinella
che scruta nel cuore della notte.
Vegliare significa per ogni cristiano preparare una strada nel deserto;
nel deserto dove sembra inutile preparare strade, perché il vento presto
distruggerà i sentieri poco battuti. Significa sperare contro ogni
speranza, sperare nell'infinito amore di Dio, che nel deserto e nel
raccoglimento del cuore sgombro dagli idoli ha scelto di rivelarsi a chi
lo cerca.
Il Nuovo
Testamento riprende il brano di Isaia per andare ancora oltre:
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(Vangelo di
Marco 1,2-8)
“Come è scritto nel
profeta Isaia:
‘Ecco, io mando il
mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la
strada.
Voce di uno che grida
nel deserto:
preparate la strada del
Signore, raddrizzate i suoi sentieri’
si presentò Giovanni a
battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il
perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti
gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume
Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di
cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di
locuste e miele selvatico e predicava: "dopo di me viene uno che è
più forte di me e al quale non sono degno di chinarmi per sciogliere i
legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi
battezzerà con lo Spirito Santo".
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Ecco
che cosa suggerisce Giovanni Battista a chi ricerca l'incontro personale
con il Dio che viene: la conversione.
Convertirsi significa invertire la rotta, rovesciare la nostra vita come
se fosse un guanto, cambiare drasticamente il nostro comportamento. E' una
richiesta impegnativa, ma necessaria.
Occorre che nel nostro cuore ogni ostacolo che si frappone tra noi e
l'Amore, fra noi e Dio, venga colmato, appianato, raddrizzato. Questi
ostacoli li conosciamo bene: sono il nostro egoismo, il nostro amor
proprio, la nostra superbia, insomma tutto ciò che ci impedisce di amare;
e riusciremo a rimuoverli solo se ci affideremo totalmente, come
equilibristi senza rete, alla volontà di Dio. Se accetteremo anche la
follia di costruire delle strade nel deserto.
Giovanni ci insegna questa cosa con la sua vita: i suoi abiti, il suo
vestire, la sua vita nuda ed essenziale ci indicano che l'importante
sta altrove, non nel vestire, né nell'apparire, e neppure nel
mangiare.
Giovanni sceglie una condizione di vita drastica, fuori dal comune,
inaccettabile, per farci capire che altrettanto difficile è per ciascuno
di noi il passo che conduce alla conversione.
Ma allora, potremmo dire, se è tanto difficile convertirsi, se è tanto
difficile rimanere saldi nella vigilanza, questo è scoraggiante; potremmo
pensare di non riuscire mai ad accogliere la venuta di Dio.
Ma Dio è amore: è vero che il Signore non ci troverà mai del tutto
preparati, attenti e vigilanti, ma è anche vero che ci potrà trovare
previdenti, se avremo fatto della conversione il nostro stile di vita,
anche senza riuscire a convertirci completamente!
Ma Giovanni va
oltre, e invita a non fermarsi alla conversione, perché essa è la
condizione necessaria ad accogliere il Cristo, ma non è la destinazione. La
destinazione è Gesù, l'incontro con Lui.
E Giovanni lo afferma con forza: è il battesimo nello Spirito Santo che
ci fa davvero uomini nuovi, rendendoci più simili a Lui. Questo battesimo
deve essere inteso nel senso vero della parola, cioè come una
"immersione", una partecipazione piena e profonda alla vita
stessa dello Spirito, alla vita stessa dell'Amore di Dio.
E questa è l’opera dello Spirito Santo che agisce tra gli uomini: ci
rende "persone nuove".
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Allora
auguriamoci, reciprocamente, di vivere quest’anno un tempo di Avvento
che sia veramente l’inizio della nostra personale conversione a Dio. |
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Paolo
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