ID | Titolo Articolo | Rubrica | Redattore Articolo | n° | Link |
218 |
La pasqua: una storia di donne |
Angolo della fede |
Paolo |
04/2003 |
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Testo Articolo |

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Nella
fede cristiana la festa della Pasqua è nettamente la più importante
perché è il ricordo/memoriale della resurrezione di Gesù e, come dice
san Paolo, "se Gesù non fosse risorto vana sarebbe la nostra
fede".
Ripercorriamo
brevemente gli avvenimenti che hanno preceduto e seguito la resurrezione
di Gesù, così come ce li raccontano i vangeli, ma facciamo attenzione ad
un singolare "filo rosso" che cuce assieme, senza soluzione di
continuità, gli ultimi capitoli di tutti e quattro i vangeli: questo
"filo rosso" è costituito da alcuni nomi di donna: sono quelli
che ci sono tramandati sotto la croce, poi nell'affrettata sepoltura, e
infine al sepolcro all'alba del giorno di Pasqua.
Possiamo
quindi dire che la resurrezione di Gesù è "una storia di
donne": infatti, contrariamente alla disistima in cui erano tenute le
donne nell'antico oriente, tutti i racconti evangelici nominano
rappresentanti del gentil sesso come principali testimoni del pre e del
post resurrezione.
Se
la comunità dei primi credenti avesse voluto "forzare la mano"
nel dare credibilità ai racconti evangelici, non avrebbe certamente messo
in prima linea la testimonianza delle donne ma semmai quella di altri
importanti personaggi appartenenti al genere maschile (Giuseppe d'Arimatea,
oppure Nicodemo)! L'aver tramandato, invece, le donne come primi testimoni
della resurrezione di Gesù, anche a scapito della loro credibilità,
significa che veramente i fatti si sono svolti così e gli evangelisti non
hanno potuto fare a meno di registrare la verità storica.
Ecco
allora come i vangeli raccontano i fatti successivi alla morte di Gesù;
Giovanni (Gv 19,25) e Marco (Mc 15,40) introducono così la presenza
delle donne ai piedi della croce:
"
Stavano
presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa
e Maria di Màgdala."
"C’erano
anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali
Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, e Salome,
che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre
che erano salite con lui a Gerusalemme."
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Il
gruppo femminile si sposta poi al sepolcro ad osservare, ma certamente
anche ad aiutare, nel lavoro pietoso di ricomposizione della salma. Matteo
(Mt 27,57ss) e Luca (Lc 23,50ss) raccontano così:
"Venuta
la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era
diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese
il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.
Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo
depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia;
rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano
lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria."
"C’era
un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non
aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Egli era di
Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò
a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in
un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale
nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della parascève e già
splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla
Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato
deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e
oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il
comandamento"
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Quel
sabato di silenzio e di dolore è lo spartiacque tra il prima e il dopo,
tra la morte e la resurrezione, tra i due momenti di un unico mistero
sorprendentemente saldati tra loro dalla presenza femminile. In effetti i
resoconti pasquali degli evangelisti concordano nel riferirci il ruolo
decisivo di quelle stesse donne che erano state ai piedi della croce e che
avevano ricomposto il corpo straziato di Gesù nel sepolcro. Ecco come
l'evangelista Luca ci racconta i fatti accaduti la mattina di Pasqua (Lc
24,1ss):
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"Il
primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, (le donne) si recarono
alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la
pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del
Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire
vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo
chinato il volto a terra, essi dissero loro "Perché cercate tra i
morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi
parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio
dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e
risuscitasse il terzo giorno". Ed esse si ricordarono delle sue
parole.
E,
tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli
altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le
altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole
parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse."
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Giovanni,
che scrisse il suo vangelo molti anni dopo degli altri tre, presupponendo
quindi già noti i resoconti dei vangeli di Matteo, Marco e Luca, vuole
precisare e supplire solo alcuni punti con la sua particolare autorità di
testimone dei fatti. Giovanni, allora, ci racconta dell'apparizione di Gesù
Risorto nientemeno che a Maria di Magdala "dalla quale aveva cacciato
sette demoni" (Mc 16):
(Gv
20,1ss)
"Nel
giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon
mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata
dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro
discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro "Hanno portato via il
Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto! ". Uscì
allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al
sepolcro.
.....
Maria,
invece, stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre
piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti,
seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato
posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero "Donna, perché piangi?
". Rispose loro "Hanno portato via il mio Signore e non so dove
lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che
stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù
"Donna, perché piangi? Chi cerchi? ". Essa, pensando che fosse
il custode del giardino, gli disse "Signore, se l’hai portato via
tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse
"Maria! ". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in
ebraico "Rabbunì! ", che significa Maestro! Gesù le disse
"Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và
dai miei fratelli e dì loro Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio
e Dio vostro". Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai
discepoli "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva
detto."
Certo,
gli apostoli che in quanto appartenenti al genere maschile non avevano
voluto credere a quanto le donne stavano riferendo riguardo alla
resurrezione di Gesù, considerando le loro parole come
"vaneggiamenti" e come "chiacchiere di donne", non
hanno fatto una gran bella figura! Ma, appunto, come detto all'inizio, gli
evangelisti stessi non hanno potuto fare a meno di raccontare a tutti i
credenti di tutti i secoli che la Pasqua sia stata veramente una storia
di donne!
Paolo
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