ID | Titolo Articolo | Rubrica | Redattore Articolo | n° | Link |
217 |
La Pentecoste: i giorni dopo la Pasqua |
Angolo della fede |
Paolo |
05/2003 |
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Testo Articolo |

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I
GIORNI DOPO LA PASQUA
Secondo la
Tradizione cristiana Gesù di Nazareth fu condannato a morte e giustiziato
in giorno di venerdì (quello che noi chiamiamo "venerdì
santo"). All'alba della domenica seguente (nel giorno di Pasqua) però
Gesù risorse da morte stravolgendo le normali regole della natura. Ecco
come l'evangelista Giovanni testimonia il fatto:
La
tomba vuota
Nel giorno
dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino,
quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal
sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo,
quello che Gesù amava, e disse loro "Hanno portato via il Signore
dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto! ". Uscì allora
Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce
di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per
terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva
ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli
era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un
luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto
per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora
compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I
discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
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I discepoli
di Gesù, però, non erano pronti per capire pienamente tutto quello che
era avvenuto; anzi, avevano "una fifa da matti" perché temevano
che le guardie potessero, da un momento all'altro, arrestare ed uccidere
anche loro. Quindi si nascondevano e cercavano di non farsi vedere in
giro. Gesù, però, perché la sua Chiesa (cioè la nuova comunità dei
credenti) potesse effettivamente nascere aveva necessità di incoraggiare
i suoi discepoli e seguirli per un cammino di presa di coscienza e di
consapevolezza: per quaranta giorni restò con loro cercando di
ricapitolare tutti gli insegnamenti fatti nei tre anni di predicazione.
Apparizione
ai discepoli
La sera di
quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le
porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei,
venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse "Pace a voi! ".
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono
al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo "Pace a voi! Come
il Padre ha mandato me, anch’io mando voi".
Dopo questi
fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade.
Poi Gesù, nel giorno che
noi chiamiamo "Ascensione", lasciò definitivamente i suoi
discepoli tornando con il suo Corpo glorioso al Padre suo. Ecco come
Luca nel libro degli Atti degli Apostoli, con ricchezza di simbolismi, ci
racconta il fatto:
L’Ascensione
Così
venutisi a trovare insieme gli domandarono "Signore, è questo il
tempo in cui ricostituirai il regno di Israele? ". Ma egli rispose
"Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha
riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che
scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la
Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra". Detto
questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al
loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se
n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e
dissero "Uomini di Galilea, perché state a guardare il
cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo,
tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in
cielo".
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Ma i discepoli ancora non
erano pronti per uscire allo scoperto! Erano "orfani" di Gesù!
Mancavano loro il coraggio, la forza, la sicurezza, la determinazione
necessari per diffondere la Buona Novella a tutti. Mancava loro lo
"Spirito" di Gesù. E proprio mentre stavano chiusi e nascosti,
paurosi, Gesù mandò loro il suo Spirito. Ce lo racconta Luca, in modo
molto "colorito":
La
Pentecoste
Mentre il
giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello
stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento
che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su
ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il
potere d’esprimersi.
Si
trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è
sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase
sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano
stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano "Costoro che
parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo
ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e
abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e
dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti
della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti,
Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi
opere di Dio". Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi
l’un l’altro "Che significa questo? ". Altri invece li
deridevano e dicevano "Si sono ubriacati di mosto".
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E così il giorno di
Pentecoste (che letteralmente significa "cinquanta giorni dopo la
Pasqua" e che per gli Ebrei era una solennità: la festa della
mietitura sulla quale si era sovrapposta la festa della rinnovazione
dell'alleanza con Dio) diventò il giorno in cui nacque la Chiesa: lo
Spirito aveva donato agli apostoli la forza necessaria per uscire allo
scoperto ed iniziare l'annuncio del vangelo di Gesù.
E' importante fare una
considerazione: quel giorno gli apostoli parlarono di Gesù e del nuovo
messaggio di salvezza non solo ai Giudei, non solo agli Ebrei, ma anche a
tutti gli stranieri che si trovavano a Gerusalemme: la Chiesa è nata
universale, per gli uomini di tutte le nazioni e di tutti i tempi.
Un'ultima considerazione:
l'adesione al messaggio di salvezza di Gesù è libera; come nel giorno di
Pentecoste alcuni rimasero increduli sostenendo che gli apostoli fossero
"sbronzi", così anche oggi ognuno di noi è perfettamente
libero di non accettare il messaggio di Gesù di Nazareth a causa
dei difetti umani di chi lo annuncia. Dio troverà un'altra strada per
donare il proprio Amore a chi non se la sente di seguire la strada
indicata da Gesù!
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Paolo
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