C’erano
in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la
guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a
loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da
grande spavento, ma l’angelo disse loro "Non temete, ecco vi
annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo oggi vi è
nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno troverete un bambino avvolto in fasce, che
giace in una mangiatoia". E subito apparve con l’angelo una
moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva
"Gloria
a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli
ama".
Appena
gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori
dicevano fra loro "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo
avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono
dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che
giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del
bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono
delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte
queste cose meditandole nel suo cuore.
I
pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto
quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
(dal
vangelo di Luca, capitolo 2)

Questo
è il Natale!
In
un periodo abbastanza ben definito della storia (intorno all'anno 6
a.c.), in seno ad un popolo che aveva come speranza, basata su una
promessa divina, l'arrivo di uno speciale inviato di Dio che avrebbe
"rimesso le cose a posto", in un tale contesto ecco che a
Bethlemme di Giuda nasce un bimbo apparentemente simile a tutti gli
altri bimbi, da famiglia mediamente povera come la maggior parte delle
famiglie dell'epoca.
Sembrerebbe
non esserci nulla di strano né di divino in questo evento normalissimo.
Ma....
...ma i pastori che accudiscono alle greggi fuori delle mura di
Bethlemme hanno una strana visione: hanno l'esatta coscienza che lì
vicino, in un povero locale del caravanserraglio, il divino ha fatto
irruzione nell'umano e Dio stesso è venuto ad abitare in mezzo
all'umanità nella persona di un bimbo avvolto in fasce e deposto
in una culla di fortuna.
I
pastori non hanno difficoltà a riconoscere in questo fatto umano, la
nascita di un bimbo, il compimento delle promesse, cioè l'incarnazione
di un inviato di Dio. Ma non un "inviato" come ce ne erano
stati tanti altri nel passato (patriarchi, profeti,...); un inviato
speciale, superiore a tutti gli altri: "un
salvatore, che è il Cristo Signore".
Un
salvatore: avrebbe portato la salvezza!
Il
Cristo: "cristo", dal greco, significa
"l'unto", "l'inviato", "il consacrato".
Nelle usanze del Popolo Ebraico si ungevano i re, i sacerdoti ed i
profeti; quindi questo bimbo sarebbe stato re, sacerdote e profeta!
Il
Signore: gli Ebrei non osavano pronunciare il Nome di Dio e
quindi, quando volevano riferirsi alla divinità, usavano altri nomi,
altri termini, che rispecchiassero alcune caratteristiche divine; uno
di questi nomi è appunto "Signore". Quindi il bimbo,
essendo Signore, era Dio!
Finalmente
Dio aveva dato compimento alla promessa fatta ai padri ed aveva inviato
il suo Messia per
-
annunciare la liberazione a tutti gli oppressi (l'annuncio è compito
del profeta),
-
portare la salvezza a chi si fosse affidato a lui (salvare è compito
del re),
-
condurre a Dio coloro che avessero iniziato un cammino di conversione
(condurre a Dio è compito del sacerdote),
-
con l'autorità e l'autorevolezza divine che solo il Signore avrebbe
potuto avere.
Ecco
allora cosa è il Natale per noi:
Troveremo
un bambino avvolto in fasce: è il salvatore, il Cristo Signore!
...tutto
il resto (le luci, i colori, i regali, la cena, le feste, gli auguri, la
famiglia, il caminetto acceso, le fiaccole, i canti,...) possiamo farlo
ed averlo comunque, in qualsiasi momento, ma non "è" il
Natale...
Buon
Natale a tutti.
Paolo