Iniziamo questo argomento con una spiegazione il più semplice possibile
dell'anatomia e della fisiologia dell'orecchio e quindi dell'udito. Il
suono, qualsiasi, non è altro che la propagazione attraverso un mezzo
fisico ( aria, acqua, suolo ) di un'onda che equivale ad un addensamento
di molecole del mezzo stesso, seguito da una rarefazione delle stesse
molecole; questo susseguirsi di addensamento e rarefazione è l'onda che
si trasmette per contiguità alle molecole vicine espandendosi in varie
direzioni. La propagazione dell'onda raggiunge così anche il nostro
orecchio che raccoglie e trasforma l'onda sonora in impulso nervoso e
quindi in suono decifrabile dal nostro cervello. Tutto il processo viene
definito "udito" ed avviene con la complicità di tutta una serie
complicata e meravigliosa di ossicini, muscoli, nervi e liquidi
biologici.

Ma andiamo per gradi ed
iniziamo dall'orecchio esterno, ovvero dal padiglione auricolare che
raccoglie come un vero e proprio imbuto, le onde sonore e le convoglia,
attraverso il condotto uditivo esterno, fino alla membrana timpanica. Il
timpano a questo punto risente delle onde sonore ed inizia a vibrare,
trasmettendo le vibrazioni alla catena degli ossicini, ovvero un insieme
di piccole ossa legate e concatenate tra loro in modo da trasmettere a
loro volta le vibrazioni ai liquidi biologici. La catena degli ossicini
è composta dal martello, dall'incudine e dalla staffa. L'insieme di
questi ossicini con il muscolo stapedio ed il tensore del timpano,
compongono l'orecchio medio. Oltre l'orecchio medio, e cioè oltre la
staffa che si ancora alla "finestra ovale", vi è l'orecchio
interno nel quale troviamo "l'organo del Corti" che si occupa
della trasformazione delle onde sonore in impulsi nervosi che inviati
poi al cervello, nell'area uditiva, ci permettono appunto di "sentire".
Detta
anche “Otospongiosi “ si tratta di una patologia a carico
dell’orecchio medio.
L’inizio
della malattia risale in genere all’età infantile ed è abbastanza
insidioso, le prime manifestazioni di una certa gravità compaiono
comunque più tardi: infatti, di solito in occasione di un raffreddore il
ragazzo ma ancor più spesso la ragazza, in quanto il sesso femminile
risulta il più colpito da questa malattia, lamenta una diminuzione
dell’udito di solito in un solo orecchio con la comparsa anche di
fastidiosi ronzii ed altri rumori a livello dell’orecchio stesso. Questa
sordità in seguito si fa più grave e compare anche nell’altro orecchio,
avendo la malattia raggiunto il suo stato, tanto che è solo in questo
momento che di solito ci si rivolge al medico specialista
(Otorinolaringoiatra ). L'esame otoscopico di solito risulta negativo
mentre l'esame audiometrico evidenzia una sordità di "trasmissione"
ovvero prodotta da quelle alterazioni a carico dell'orecchio medio.. La
malattia, nel suo progredire, evidenzia delle fasi alternanti di
aggravamento e relativa stazionarietà. La caratteristica secondo la
quale sia il sesso femminile ad essere il più colpito da questa
patologia è evidenziata dal fatto che le fasi di aggravamento
corrispondono solitamente con il ciclo mestruale, la gravidanza, il
parto e l'allattamento. La progressione della patologia è caratterizzata
da un cambiamento del tipo di sordità prodotta, infatti, inizialmente
avevamo una sordità di "trasmissione", ovvero i suoni meno percepiti
erano quelli a bassa tonalità, mentre in seguito vengono interessate le
alte tonalità, producendo anche una variazione all'esame audiometrico
con il disegnarsi di una curva caratteristica che viene detta di tipo
"misto".
Per
quanto riguarda la natura della sordità possiamo dire che alla base di
tutto vi è un disturbo di tipo "distrofico", causato da una alterata
nutrizione-irrorazione dell'osso, e precisamente dell'osso labirintico,
da parte del sistema circolatorio. L'osso labirintico infatti, in alcuni
punti subisce uno sviluppo irregolare, a volte esuberante, tanto da
alterare i margini delle due sue "finestre", soprattutto quella ovale
dove è posta la staffa che viene cosi bloccata nei suoi movimenti. In
condizioni normali, la staffa compie dei movimenti a pistone proprio
nella finestra ovale; se la finestra viene alterata nella sua forma, la
staffa è impossibilitata al movimento e quindi alla trasmissione
dell'onda sonora attraverso la catena degli ossicini. E' quindi noto il
meccanismo alla base di questa patologia ma sono ancora assolutamente
sconosciute le cause. Sono state avanzate solo ipotesi come quella
ereditaria, metabolica, endocrina, ma senza che queste possano essere
considerate valide in senso assoluto.
Dal
punto di vista del trattamento inoltre possiamo dire che risulta
abbastanza complesso e che deve essere valutato naturalmente caso per
caso; non esistendo comunque una vera e propria profilassi o
prevenzione, una volta che la malattia è comparsa deve essere seguita
attentamente. I trattamenti suggeriti durante l'evoluzione fino allo
"stato" della malattia possono essere di solito dei rimedi palliativi,
in quanto la patologia segue comunque il suo decorso gravativo ed il
trattamento chirurgico può quindi essere alla lunga risolutivo.
L'intervento consiste essenzialmente nel ripristinare una situazione che
è andata persa, ovvero la mobilizzazione della staffa nella finestra
ovale.
|